A seguito del flashmob la mattina di mercoledì 22, nel pomeriggio, presso il Circolo delle Associazioni Cristiani dei Lavoratori Italiani (ACLI) di Marghera, è stato firmato il Patto di Comunità, nell’ambito della campagna Ecogiustizia subito – in nome del popolo inquinato promossa da ACLI, AGESCI, ARCI, Azione Cattolica Italiana, Legambiente e Libera: «Un’unione per riportare e accendere la luce in posti dimenticati, gravemente inquinati, ovvero i 42 Siti di Interesse Nazionale e i 36.814 Siti di Interesse Regionale (SIR), all’interno dei quali vive il 10% della popolazione italiana», dice il Presidente di Legambiente, Stefano Ciafani.
Tre le parole chiave dell’accordo: sollecitare, monitorare e promuovere. Dato che, quanto all’area di Marghera, dei 1.600 ettari del sito, in 26 anni, solo il 21% è stato bonificato, sollecitare le istituzioni all’azione è in cima alla lista. E questo entrando in dialogo con esse, anche perché, come dimostrato in mattinata dalle parole dell’assessore regionale con delega allo Sviluppo Economico e all’Energia Roberto Marcato, le istituzioni come la Regione Veneto fanno proprie le istanze della campagna: «Quello che pretendo dallo Stato è che metta le risorse necessarie per continuare a lavorare per dare un futuro sostenibile a quest’area che, negli anni, è stata massacrata».
Ma si tratta anche di suggerire e favorire un ripristino del comparto industriale capace di abbracciare una conversione verde, creando nuove opportunità lavorative – nel 2023 un nuovo contratto su tre era un green job, legato, cioè, alla filiera occupazionale dell’economia verde.
Il monitoraggio e la promozione, invece, sono pensati soprattutto per il coinvolgimento della popolazione: seguire i progetti di bonifica, l’andamento dei lavori e continuare a fare informazione e sensibilizzazione.
Un plauso comune è giunto dalle associazioni che hanno lavorato assieme: una collaborazione nuova, tra realtà «che per la prima volta, ma speriamo non l’ultima» dice il Presidente dell’Azione Cattolica della Diocesi di Venezia Giovanni Millino «hanno collaborato: un primo passo per scoprire la dimensione del noi». Uniti da un metodo di lavoro, «l’ascolto», particolarmente lodato da Andrea Citron, Presidente delle ACLI di Treviso e membro della Direzione Nazionale delle ACLI con delega alle politiche ambientali.
Carlo Millino