Il nuovo progetto è ambizioso: si tratta infatti di ristrutturare gli ambienti del lebbrosario di Harar, in Etiopia, dove opera suor Irene Gervasoni. D’altra parte l’associazione “Gli Amici di Venezia onlus” è legata a quella realtà fin dalle origini, anzi addirittura da prima. A dare vita all’associazione di volontariato, 18 anni fa, è stato il falegname ed artigiano Giorgio Girelli. Tutto è nato in seguito alla sua adozione a distanza di una ragazzina etiope, seguita proprio dal lebbrosario di Harar di suor Irene, racconta Giogio. «Dopo essere andato a trovarla, in occasione del suo quindicesimo compleanno, ho deciso che volevo fare qualcosa di più per quella comunità». E’ così che assieme alla moglie e a nove amici fonda “Gli Amici di Venezia onlus”. L’associazione umanitaria raccoglie fondi che poi destina a diversi progetti di beneficenza, sparsi per tutto il mondo.
Ora l’impegno è focalizzato proprio sulla ristrutturazione del lebbrosario di Harar: necessitano infatti di sistemazione le camere, la cucina e tutti gli altri locali. Nel medesimo paese la onlus, grazie alla generosità dei suoi soci (che sono oltre un centinaio) ha anche sostenuto la costruzione di molti pozzi profondi per l’acqua potabile. In Tanzania invece ha contribuito alla costruzione di una fattoria-modello, attivando un grande complesso per l’accoglienza di bambini sieropositivi, che oltre alle strutture agricole comprende anche una scuola elementare.
Stare dietro ai diversi progetti non è facile: «Soprattutto agli inizi dovevo prendermi del tempo per viaggiare, tolto al lavoro. Recarsi sul luogo è importante, sia per inaugurare nuovi progetti, che, soprattutto, per seguire quelli già in corso e verificarne la corretta attuazione: non sono infrequenti problemi legati ai costi ed alla mancanza di manodopera (basti pensare che un pozzo può costare fino a 200.000 €), e verificando di persona i siti, si conferma anche la benevolenza dei progetti e di quanti ne sono coinvolti». Per ottimizzare il ricavato delle donazioni tutte le spese di viaggio sono a carico dei singoli associati.
Oltre ai progetti in paesi lontani, l’associazione si occupa anche di problematiche più vicine a noi. Per esempio, c’è il sostegno all’associazione “Pianoterra” di Napoli, che sostiene famiglie vulnerabili, in condizioni di precarietà economica e sociale. Giorgio Girelli è anche pronto ad intervenire al momento: dopo il sisma del Centro-Italia, ha acquistato dieci quintali di formaggio dai produttori terremotati, e durante la pandemia la sua associazione ha dato assistenza a famiglie bisognose a Mestre ed in Basilicata. I suoi progetti d’altronde nascono tutti al momento, a seconda delle necessità, che vengono lui comunicate anche tramite la fitta rete di contatti sviluppata ed ampliata nel corso degli anni.
Il sostegno arriva dal tesseramento di nuovi soci, dalle iniziative individuali e da eventi periodici come cene, brunches, lotterie, mercatini di prodotti artigianali etiopi e tanzaniani, ma soprattutto di marmellata prodotte artigianalmente dai soci, tra cui una deliziosa marmellata di petali di rosa colti direttamente dalla terrazza di Giorgio. «A marzo vorrei organizzare anche un concerto, in collaborazione con un coro, e la primavera sarà ricca di appuntamenti, tra cui mercatini ed uno spritz in campo».
Marco Bucella