I funghi colorati sono velenosi e gli altri buoni: falso! I funghi che nascono in pianura sono quasi tutti buoni: falso! Se il fungo è velenoso, scurisce l’aglio o l’argento: falso!
Tutte credenze popolari che possono generare confusione tra i raccoglitori, con conseguenze sulla salute – anche molto gravi – di chi poi ingerisce i funghi raccolti. Le aziende sanitarie del territorio sono però fornite di un particolare servizio che consente di rendere sicuro il consumo dei funghi. Sia quelli raccolti dai privati cittadini, sia quelli che compriamo nelle rivendite. Si tratta dell’Ispettorato micologico, il cui lavoro è prezioso. Basti pensare che quest’anno, delle 30 richieste di certificazione da privati cittadini, la metà presentava funghi non commestibili. «Funghi che avrebbero dato sintomi gastrointestinali, se ingeriti. Per fortuna non ne abbiamo trovati di mortali», spiega Priscilla Bigonce, tecnico della prevenzione e micologo dell’Ulss 3 Serenissima.
Il servizio, sottolinea Bigonce, riguarda anche gli interventi in caso di tossinfezione, garantendo supporto al Pronto Soccorso: «Cerchiamo di individuare il fungo che ha causato i sintomi che hanno portato al ricovero. Grazie al nostro responso, i medici possono poi prestare le cure più opportune, tenendo conto del tipo di fungo che ha causato la tossinfezione. La grande difficoltà in questi frangenti si riscontra quando i pazienti non dispongono dei resti dei funghi che hanno ingerito. In caso di malore, quando ci si reca all’ospedale consigliamo sempre di portare quel che resta dei funghi che hanno fatto stare male. Altrimenti dobbiamo analizzare i resti presenti nel rigurgito del paziente».
Il lavoro degli ispettori comprende anche i controlli sui prodotti in vendita. «Dopo aver peritato tutte le cassette presenti, rilasciamo un certificato e apponiamo le etichette che riportano firma, data e specie. Se riceviamo delle segnalazioni dai privati cittadini o in base alla nostra programmazione, ci occupiamo anche dei controlli ufficiali presso le rivendite dei funghi e verifichiamo che il rivenditore risulti abilitato e che le cassette in vendita siano state peritate da un micologo professionista o da un esperto dell’Ulss. Il servizio dell’Ulss 3 ha svolto perizie su 1.260 chili di funghi nei mercati ortofrutticoli, rilasciato certificati per la vendita a 9 rivenditori e consegnati altri 30 ai cittadini per i funghi correttamente raccolti», riferisce il tecnico, che fa parte di un team di 5 persone (4 si trovano a Mestre una a Chioggia).
Il consiglio per i consumatori è quello di «controllare che la cassetta sia stata peritata e disponga dell’etichetta con genere, specie del fungo e firma del micologo che certifica che il prodotto è idoneo al consumo», prosegue Bigonce, che mette in guardia anche sulle modalità di preparazione. «Dati dell’Ulss 3 segnalano che oltre il 50% delle intossicazioni è causato dal consumo errato dei funghi, tra quantità eccessive assunte, poca cottura o alterazioni di specie fungine considerate innocue (ad esempio i porcini o i chiodini). Nella maggior parte delle intossicazioni i disturbi sono dovuti all’ingestione di funghi spontanei raccolti e non controllati da un micologo». Le buone pratiche per evitare queste intossicazioni sono: preparare subito i funghi o almeno sbollentarli; evitare grandi abbuffate e non mangiarli crudi.
Maria Giovanna Romanelli