La frattura dell’omero all’ospizio del Lido, la corsa in ambulanza al Civile, i quaranta minuti in sala operatoria, il giorno e mezzo in terapia intensiva e il lieto fine. Ma soprattutto i 103 anni dell’infortunata. Si chiama Ione Grassi ed è una storica maestra elementare veneziana. Adesso, di ritorno in casa di riposo, può raccontare la sua impresa: accadeva tutto due lunedì fa, intorno alle 20, con l’arrivo al Pronto soccorso veneziano della paziente ultracentenaria dopo un infortunio nel pensionato che la ospita.
“L’arto appariva deformato e abbiamo capito subito che si trattava di una frattura di omero altamente scomposta. Così l’abbiamo ricoverata” racconta il primario di Ortopedia dell’ospedale Civile di Venezia Marco Vigo. Il mattino seguente, con il supporto dell’orto geriatra Michele Benvegnù, Vigo ha operato d’urgenza la paziente guidando la sua équipe assieme all’ortopedico Domenico Caminiti e all’anestesista Ezio Scattolin. “Non potevamo lasciarla così, perché la frattura non si sarebbe mai assestata autonomamente – spiega Vigo -, e soprattutto l’avremmo condannata per il resto dei suoi giorni a dolori atroci al braccio per ogni minimo movimento”.
Gli specialisti hanno eseguito, in accordo con la famiglia della paziente, un intervento mini invasivo, utilizzando una particolare strumentazione per pazienti ad alta complessità: “A 103 anni il corpo umano è fragile come il cristallo, quindi durante l’operazione, durata una quarantina di minuti senza nessuna complicanza, abbiamo pesato ogni minimo gesto, perché movimenti grossolani, al posto di calma e prudenza, potevano creare ulteriori danni all’omero, comprese fratture aggiuntive alla frattura tronca che abbiamo curato. Ci siamo occupati con ulteriore attenzione anche della sutura: pure la pelle, a questa età, è una tela delicatissima”.
Ione, che ha superato brillantemente l’Intervento, ha passato un giorno e mezzo in terapia intensiva per un attento monitoraggio post operatorio, per poi tornare nel reparto di Ortopedia sorridendo, parlando e mangiando in autonomia. Lunedì scorso le dimissioni.
“Si tratta della paziente più anziana che mi sia mai capitato di operare” dice il primario. Non che sia mancata l’occasione di operare altri centenari, in precedenza: solo quest’anno, al Civile, sono “passati sotto ai suoi ferri” altri dodici pazienti oltre i novantacinque anni. La metà di loro ha già raggiunto il secolo di vita. Sette tra questi sono stati operati all’anca o al femore, due all’omero e gli altri quattro sono stati sottoposti all’impianto di protesi.
Ione i 103 li ha già contati in agosto. Mamma, nonna, bisnonna e maestra elementare. Ha insegnato in tutte le scuole di Venezia, anche quella di Malamocco. Per i familiari è “vitale e vivace”, con un segreto di longevità che non sta solo nell’alimentazione sana e piena di verdure, ma anche nel suo carattere un po’ ansioso, “uno stress positivo che l’ha, forse, sempre mantenuta dinamica: davanti alle tante difficoltà della vita non ha mai e poi mai mollato”.