Mestre, “Riprendiamoci la notte”: in via Piave dal 22 novembre numerosi eventi fino alle 24
«Perché di notte? Per accendere una luce che illumini le strade nel momento in cui solitudine, paure e rischi crescono e per rendere il quartiere Piave un luogo in cui creare coesione sociale e senso di comunità oltre ad offrire un presidio per chi ha bisogno non solo di socialità ma di un faro per ritrovarsi, chiedendo aiuto per affrontare problemi e difficoltà»: il Gruppo di Lavoro di via Piave spiega così le motivazioni dietro all’iniziativa “Riprendiamoci la notte”, una serie di eventi aperti al pubblico che si svolgeranno fra queste vie di Mestre negli spazi di diverse associazioni e attività.
«La scelta di spostare le nostre iniziative, che di solito finiscono entro le 20.30, fino alle 24 – aggiungono dall’associazione – servirà ad attrarre le persone in un orario inedito favorendo occasioni di controllo sociale e di ricostruzione di comunità, non solo a livello di appartenenza ma proprio nel piacere di stare insieme che è quello che si è un po’ perso a livello generale. Il calendario di eventi prende avvio dal 22 novembre e si articolerà fino al 28 dicembre attraverso presentazioni di libri, mostre d’arte, spettacoli cinematografici, momenti conviviali anche per bambini e occasioni di scambio interculturale. Stiamo anche pensando a qualche concerto in acustico, oltre ad altri appuntamenti che si aggiungeranno via via».
«Vorremmo restituire una normalità alla città per uscire dalla narrazione monotematica che questo sia solo un luogo pericoloso – spiegano – quando ci sono molte realtà positive e grande impegno dal basso. Si tratta di adottare un approccio innovativo alla rigenerazione urbana, rivitalizzando degli spazi pubblici con l’idea che la città possa vivere 24 ore su 24, attraverso attività culturali, spazi sicuri e accessibili, collaborazione fra cittadini e associazioni. La presenza delle persone è un grande deterrente per il degrado e permette di ridurre l’isolamento. Per questo gli appuntamenti sono aperti a tutti senza restrizioni, dal residente al passante e perché no, anche al turista».
«Paura e degrado sono elementi complementari, uno alimenta l’altro e per chi non la conosce la realtà di Mestre leggendo le cronache può scioccare – spiegano – ma si tratta di un fenomeno che segue un movimento a onda: si sposta in altri luoghi quando viene affrontato solo come repressione alla delinquenza, ma si tratta invece di qualcosa di molto variegato che a fianco di spaccio e consumo di droga vede anche persone ai margini come senzatetto, difficoltà abitative e sociali, insomma un insieme di problematiche individuali che non possono essere generalizzate e per cui l’approccio deve essere variegato. Con questa nostra iniziativa puntiamo a ridare sicurezza e voglia di stare insieme anche la sera, quando i presidi diminuiscono, per una rigenerazione che sia anche economica ed inclusiva, ravvivando l’area con l’afflusso di persone in orario notturno».
«Nella nostra filosofia di riconquista dei luoghi – aggiungono dal Gruppo di Lavoro – coraggio e umanità coesistono, in un presidio fisico aperto anche dopo le 21, quando buona parte degli esercizi commerciali è chiuso, dove altre associazioni apriranno i loro spazi o li riempiranno di iniziative. Oltre a noi ci sono realtà come Passa Cinese, Vivapiraghetto, StoriAmestre, Lunghi Cammini e Tapu Independent, gli ultimi arrivati che hanno scelto proprio questo luogo come casa del proprio collettivo d’arte che si rifà alla Brut Art francese degli anni ’50 per dare voce ad artisti emarginati o sconosciuti; loro hanno creato degli adesivi artistici che verranno distribuiti fra i vari eventi. Insieme a questi gruppi sono partner il Cinema Dante, Noodle Sushi, la Pizzeria Columbus e il Bar Arcimboldo».
«Questo progetto – concludono – non punta a dimostrare niente a nessuno, ma nasce dalla voglia di far vivere questa zona in un orario in cui rischia di diventare una terra di nessuno. L’idea nasce dalle manifestazioni già sperimentate come le cene di quartiere e le 80 presentazioni di libri fatte per rianimare via Piave. Ora siamo riusciti a mettere in piedi un calendario di così tante iniziative spalmate su un mese con un budget di qualche centinaio di euro, ma tantissima buona volontà e impegno volontaristico, con lo scopo non solo di fare rigenerazione urbana ma anche umana, cercando di far incontrare culture diverse per una convivenza il più pacifica possibile recuperando la voglia di vivere insieme, anche la sera, il cuore di Mestre».
Massimiliano Moschin
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