Un migliaio in edilizia, 300 nell’agroalimentare: sono i posti di lavoro vacanti nel Veneziano. Ma non si trova manodopera. A lanciare l’allarme nell’ultimo Consiglio generale della Cisl Venezia, sono i Segretari generali della Fai Cisl Venezia (Pierpaolo Piva) e della Filca Cisl Venezia (Andrea Grazioso), che mettono il dito su una piaga che rischia di diventare strutturale in mancanza di interventi.Per l’agroalimentare si parla di 300 posti di lavoro in ballo. «Viviamo in un momento storico – spiega il Segretario generale della Fai Cisl Venezia Pierpaolo Piva – dove l’offerta è superiore alla domanda. Questo fattore è dovuto, soprattutto, a una crescita economica e a un calo demografico; pensiamo a Venezia, che ha registrato 60 mila posti di lavoro, a Mestre 50 mila, Chioggia 15 mila, Mirano 8 mila, Portogruaro 7 mila, con un tasso di occupazione generale per la provincia del 60 per cento. Ma il comparto affronta una crescente difficoltà nel reperire manodopera, poiché molte nuove generazioni rifiutano i turni aziendali in favore di opportunità lavorative più attrattive. Questa situazione rischia di compromettere lo sviluppo economico e la sostenibilità delle aziende agroalimentari». Dunque servono dei provvedimenti seri per non rischiare di ritrovarci con aziende da chiudere e un mercato che si sposti altrove. «Per affrontare questa sfida – suggerisce lo stesso Piva – è cruciale promuovere il settore tra i giovani, attraverso iniziative di sensibilizzazione, programmi di apprendistato e l’introduzione di modalità di lavoro più flessibili. Investire in formazione e innovazione tecnologica potrebbe attrarre nuovi talenti, garantendo un futuro prospero per l’agricoltura veneziana e preservando il patrimonio culturale e ambientale del territorio».
In edilizia, invece, alcune associazioni parlano di una carenza di un migliaio di posti di lavoro nella nostra provincia. «Questo aspetto – spiega il Segretario generale della Filca Cisl Venezia Andrea Grazioso – rischia di diventare un fenomeno fortemente dannoso per il settore con il passare degli anni, se consideriamo che a livello nazionale l’età media dei lavoratori è di 55 anni mentre le altre fasce di età sono nettamente in calo. Si registrano più pensionamenti rispetto a chi entra nel mondo del lavoro e questo fenomeno, purtroppo, è destinato a durare nel tempo. Quindi, sono i giovani a mancare e che dovremmo sempre più cercare di attrarre nel sistema edile, offrendo loro opportunità di crescita e carriera. L’edilizia si sta sempre più evolvendo con l’uso di nuove tecnologie, nuovi materiali, per migliorare la qualità della vita della casa oltre allo sviluppo che può apportare la digitalizzazione, l’intelligenza artificiale, la realtà aumentata e virtuale, i droni e le nano tecnologie».
(nella foto Pierpaolo Piva, Fai Cisl Venezia)