Per salutare i Frati Minori Francescani, che dopo quasi un secolo lasciano Marghera e la parrocchia di S. Antonio, il Consiglio pastorale parrocchiale e il parroco don Mauro Haglich hanno ritenuto doveroso offrire un segno di ringraziamento al contributo dato a questo territorio nei 99 anni della loro presenza e azione: questo saluto e ringraziamento avverranno domenica prossima 27 ottobre, alle ore 16, all’interno della concelebrazione eucaristica, che sarà presieduta dallo stesso don Mauro, in quanto vicario foraneo. Seguiranno la benedizione di una targa ricordo, che sarà posta in chiesa, e il rinfresco conclusivo.
I primi invitati al saluto del 27 ottobre ovviamente sono tutti i frati, che per vari motivi sono passati da questa parrocchia e da questo convento, e anche i preti diocesani la cui vocazione è legata a questa comunità francescana. L’invito è ovviamente esteso alle comunità parrocchiali e a tutti i cittadini di Marghera.
«Infatti, in questo saluto di ringraziamento non è coinvolta solo la comunità cristiana – ci dichiara il parroco don Haglich – ma anche la popolazione stessa di Marghera. I frati sono stati un riferimento per chi doveva avviarsi al lavoro, per le tantissime famiglie in difficoltà economica, per chi veniva da lontano e non aveva punti di riferimento aggregativi e occasioni culturali di crescita. Il saluto avrà quindi prima di tutto un significato di rendimento di grazie per quest’opera intensa a livello sociale».
Per questo alla celebrazione di domenica prossima per il Comune sarà presente l’assessore alla Coesione sociale, Simone Venturini, e tra i Frati è prevista la partecipazione anche del ministro provinciale Fr. Enzo Maggioni e degli ex parroci Fr. Leone Rosato, che ha già compiuto 95 anni, e di Fr. Roberto Benvenuto.
Ma non sarà una celebrazione rivolta solo al passato, perché “il passato diventa anche la chiave per interpretare e dare delle risposte alle sfide del presente – conclude don Mauro – ancora una volta una comunità con ingressi numerosi da altre zone del mondo, con i problemi del mondo del lavoro, e della emarginazione”.
Gino Cintolo