Pesa, sul dato, la tragedia del pullman precipitato a Mestre
Sul triste primato che vede la città metropolitana di Venezia registrare nel 2023, secondo i dati Aci-Istat, il maggior incremento di vittime della strada (+26 rispetto all’anno precedente), pesa la tragedia del bus precipitato dal cavalcavia di Mestre il 3 ottobre. Una tragedia, che con i suoi 22 morti, fa fare un tragico balzo a Venezia, prima nella triste classifica degli incrementi maggiori – in valori assoluti – di decessi sulle strade, seguita da Bologna (+21) e Reggio Calabria (+20). “Un primato – commenta il presidente di Ac Venezia, Giorgio Capuis – di cui avremmo fatto volentieri a meno. Soprattutto per la terribile circostanza che lo ha causato, e per l’enorme dolore che esso ha provocato in tante famiglie, una ferita ancora aperta nella comunità veneziana. Rimane il fatto che l’incremento ci sarebbe stato, anche senza questa tragedia. Il che mi porta a dire che c’è ancora tanto da fare per educare gli utenti della strada, a partire dai più giovani, al rispetto delle regole e al valore della sicurezza”.
Dai dati, diffusi da Aci in collaborazione con Istat, emerge l’aumento delle vittime collegate alla mobilità dolce (monopattini, biciclette, bici elettriche e pedoni). Dei 21 morti su monopattino, 3 sono concentrati nella provincia di Torino, 2 a Venezia e Roma. “Siamo stati i primi a chiedere nuove regole intuendo che l’introduzione di questi nuovi veicoli avrebbe rappresentato un problema per la sicurezza stradale nelle nostre città, un pericolo non solo per i pedoni, ma anche per gli automobilisti. E il fatto che ci siano già delle vittime tra gli utenti, dimostra che avevamo ragione. Confidiamo che le modifiche apportate dal legislatore al codice della strada possano dare in futuro i loro frutti”. Al dato delle vittime conducenti di monopattini, si somma quello degli 8 ciclisti morti nel 2023 sulle nostre strade: Venezia viene subito dopo Milano e Latina.
Veniamo ai dati generali
Nel 2023 le vittime in totale sono state 77, contro le 51 del 2022. Ovviamente Venezia detiene il triste primato con 30 (22 nella sola tragedia del pullman precipitato), seguita da Jesolo (7), Chioggia e Portogruaro (5), un incremento in valori assoluti, nonostante il numero di incidenti sia diminuito rispetto all’anno precedente, da 2384 a 2348, meno 36. Anche il numero di feriti, però è cresciuto: 3.227 contro i 3.196 dell’anno prima (anche in questo caso pesa la tragedia del cavalcavia).
La classifica per tipo di strada vede le strade provinciali, regionali statali fuori dell’abitato essere le più pericolose (con 45 morti), seguite da quelle urbane (23 morti).
Nel 2023 si sono registrati più decessi nella fascia pomeridiana e serale (45 morti), rispetto a quella notturna (14 morti). Il mese più funesto, ovviamente, ottobre (era il giorno 3 quando il pullman precipitò dal cavalcavia a Mestre), seguito da luglio.
Tra le causa principali all’origine degli incidenti stradali guida distratta e mancato rispetto della segnaletica sono al primo posto, seguite dall’alta velocità.
La tragedia di Mestre ha fatto fare un balzo agli autobus nella classifica per rischio di mortalità (25,54), seguito dal monopattino elettrico.
“Dai dati, elaborati anche quest’anno dai nostri uffici Aci, ci rendiamo conto quanto sia ancora lontano l’obiettivo che si è data l’Europa di dimezzare il numero di incidenti e vittime entro il 2030 per arrivare al 2050 con zero morti sulle strade. Eppure, sappiamo che le auto di nuova generazione sono sempre più sicure. Il che conferma che sono due i fronti su cui lavorare: i comportamenti individuali e la manutenzione delle strade. Come Automobile club non mancheremo di fare la nostra parte, attraverso progetti e iniziative di sicurezza stradale e stando con il fiato sul collo degli enti a cui è demandata la gestione della viabilità ad ogni livello” conclude Capuis.