Settembre è stato un mese molto ricco per l’associazione Casa di Amadou. Ricco di incontri come la gita in montagna nei dintorni della bella Baita Sorarù a Rocca Pietore a fine settembre, la visita alla Biennale a Venezia e il pranzo domenicale che ormai da tempo si svolge una domenica al mese nel patronato della Cita, a Marghera. Tutte queste sono delle preziose occasioni d’incontro per tante persone di diverse culture, lingue, religioni e tradizioni.
«Infatti – spiegano dall’associazione – agli incontri e alle gite partecipano persone con un background migratorio: alcune sono ormai qui da tanti anni, altre vivono negli appartamenti che gestisce l’associazione oppure frequentano le attività dello sportello di inclusione (corsi di italiano, tirocini di avviamento al lavoro…), altre ancora vivono nei centri di accoglienza in attesa di avere i documenti regolari. Nell’ultimo anno, poi, si è creato un bellissimo gruppo di ragazzi tra i 17 e i 27 anni dei centri di accoglienza di Mestre, Musile di Piave, Cavarzere, Chioggia, Mira, Marghera».
L’esperienza della vita comunitaria «fa stringere delle relazioni forti in cui ci si mette in ascolto l’uno dell’altro, ci si racconta il proprio presente, il proprio passato e, come è accaduto attorno al fuoco durante la gita in montagna, animata dal gruppo scout Marghera, si condividono anche sogni, non solo per la propria vita ma anche per il mondo intero, per come vorremmo che il mondo diventasse! Sognare è il primo passo perché avvenga un cambiamento e affinché si riesca a seminare speranza». (A.Pis.)