Al termine dell’Anno della Preghiera e in preparazione al grande Giubileo del 2025, prende il via un itinerario di arte, catechesi e preghiera attraverso le chiese veneziane legate alle forme di devozione più care alla tradizione cristiana. Organizzato dai Frati Domenicani della Basilica dei Santi Giovanni e Paolo di Venezia in collaborazione con l’Ufficio Evangelizzazione e Catechesi del Patriarcato, questo ciclo di incontri, aperto a tutti, sarà guidato da Padre Adriano Cavallo OP. Il programma vedrà la partecipazione del Patriarca Francesco Moraglia, insieme ad altri sacerdoti, padri e professori della diocesi.
Padre Adriano, qual è l’obiettivo principale di questo ciclo di incontri?
L’obiettivo principale di questo ciclo di incontri, il secondo frutto della collaborazione tra l’Ufficio Catechistico Diocesano e i frati Domenicani della Basilica dei Santi Giovanni e Paolo, è offrire, attraverso l’arte, una riscoperta e un approfondimento delle pratiche di preghiera e di devozione più care alla tradizione cristiana.
Come è nata l’idea?
L’idea nasce dal desiderio di offrire alle persone una formazione e una catechesi che, attraverso la mediazione delle opere d’arte, possa aiutare a comprendere e riscoprire i contenuti della nostra fede. Con l’inizio del Giubileo previsto per il prossimo anno, abbiamo riflettuto su come quest’Anno della Preghiera, proclamato dal Papa per prepararci al grande evento giubilare, sia passato un po’ in sordina. Così, abbiamo deciso di dedicare gli ultimi mesi di quest’anno a riscoprire le forme di preghiera che hanno accompagnato i cattolici lungo una storia bimillenaria.
Quali saranno alcuni dei simboli cristiani più significativi che verranno trattati durante gli incontri?
Inizieremo dalle pratiche di devozione più diffuse, con l’obiettivo di riscoprirle, approfondirle e spiegarne il significato. Spesso, la devozione è trattata con un certo disprezzo, ma è importante ricordare che queste pratiche hanno rappresentato, per secoli, il modo in cui il popolo di Dio ha espresso la propria fede. Parleremo di simboli come i pellegrinaggi, il culto delle reliquie, il rosario, la Via Crucis, l’adorazione eucaristica e la devozione alle anime del Purgatorio. Questi temi sono al centro delle devozioni con cui molti di noi sono cresciuti, e per altri rappresentano un’eredità sconosciuta, troppo preziosa per essere trascurata.
Quale sarà la particolarità di questi incontri?
La particolarità di questo ciclo risiede nella scelta di tenere gli incontri nelle chiese veneziane strettamente legate alle devozioni trattate. Il primo incontro, intitolato “Siamo pellegrini” e dedicato alla spiritualità del pellegrinaggio, sarà presieduto dal Patriarca Francesco Moraglia. Partiremo dalla chiesa di San Giovanni ai Catecumeni per un breve pellegrinaggio verso la chiesa della Madonna della Salute, un luogo simbolico per questa pratica a Venezia. Allo stesso modo, gli incontri successivi si svolgeranno in chiese dove le opere d’arte presenti racconteranno la storia e la spiritualità delle devozioni.
Quale il fil rouge, l’approccio teologico artistico?
Già lo scorso anno, con il ciclo di conferenze “Occhio agli attributi”, abbiamo sperimentato un metodo di predicazione attraverso l’arte che ha suscitato un notevole interesse, confermandoci la validità di questo approccio. L’arte, con il suo ricco contenuto simbolico, non è semplicemente un espediente per attirare l’attenzione, ma un mezzo che continua a suscitare curiosità e riflessione, anche in chi pensa che la fede cristiana non abbia più nulla da dire. Riscoprire il messaggio
cristiano attraverso le opere che lo raccontano ci permette di riflettere più profondamente sul mistero rivelato e di utilizzare un nuovo, insolito e potente strumento di annuncio.
Qual è l’importanza di questi incontri per la comunità?
Questi incontri offrono un’opportunità unica per riscoprire, conoscere e approfondire non solo il mistero rivelato, ma anche quelle tradizioni e forme di devozione che, pur essendo talvolta considerate “liturgie parallele”, sono state strumenti preziosi per la vita di fede di molte persone. Penso, ad esempio, a quante volte, in momenti di difficoltà, abbiamo stretto tra le mani un rosario, affidandoci a Maria perché intercedesse presso il Signore.
Chi sono le istituzioni e gli esperti coinvolti in questa iniziativa?
Molte persone, tra cui membri del clero secolare, religiosi ed esperti d’arte, parteciperanno a questa iniziativa. Ogni relatore porterà il proprio contributo unico, offrendo approfondimenti per aiutare i partecipanti a penetrare più a fondo nel mistero della fede attraverso l’arte e la teologia. Tra i volti e i nomi coinvolti ci saranno figure chiave della diocesi, studiosi di teologia e storici dell’arte, ciascuno con la propria esperienza e prospettiva.
Pensa ad altri progetti futuri per estendere questo tipo di iniziative culturali e spirituali?
Sì, ci sono sicuramente altre iniziative in cantiere. Il 2025 non sarà solo l’anno del Giubileo, ma segnerà anche i 1700 anni dal Concilio di Nicea e dalla redazione del “Symbolon”. Questa importante ricorrenza ci offrirà sicuramente l’opportunità per sviluppare nuove iniziative culturali e spirituali. Ci stiamo già riflettendo…
Gli incontri prenderanno il via il 26 settembre alle ore 19 con un pellegrinaggio dalla chiesa di San Giovanni ai Catecumeni fino alla Basilica della Salute, alla presenza del Patriarca Francesco Moraglia e di don Marco Zane. Il tema del primo incontro sarà “Siamo Pellegrini”.
Giuseppe Antonio Valletta