Alla luce del successo sinora ottenuto dall’iniziativa, la Giunta regionale, con una delibera proposta dall’Assessore alla Sanità e Sociale Manuela Lanzarin, ha deciso di dare nuovo impulso alla rete degli Empori della Solidarietà, approvando i criteri di presentazione e selezione delle progettualità per il biennio 2024-2025 e indicando i finanziamenti disponibili in un milione di euro.
Il relativo bando è pubblicato sul Bur nr. 120 del 6 settembre 2024.
Le proposte progettuali dovranno essere inviate alla Regione in formato Pdf, tramite pec, all’indirizzo servizi.sociali@pec.regione.veneto.it entro e non oltre le 23.59 del 20 settembre prossimo.
La Rete degli Empori della Solidarietà è un progetto che da molti anni è inserito fra le politiche regionali di contrasto alla povertà e di promozione dell’inclusione sociale, rappresentando ormai un punto di riferimento nella programmazione regionale e nel sistema integrato degli interventi e dei servizi sociali a livello locale, al fine di assicurare a tutti il diritto al cibo e ad una sana e corretta alimentazione, attraverso la riduzione degli sprechi alimentari. Il progetto prevede, inoltre, per le persone e le famiglie assistite l’attivazione di percorsi di inclusione sociale, fornendo un contributo importante alla riduzione delle disuguaglianze sociali e al relativo insorgere di nuove vulnerabilità, fenomeno presente anche nella Regione del Veneto.
“In Veneto – riferisce Lanzarin – di questi empori ne sono già stati attivati 30, che hanno operato con successo. Nel 2023, gli Empori hanno aiutato ben 101.079 persone in stato di necessità e, grazie alla collaborazione tra gli Enti del Terzo settore inseriti nella rete regionale, e le aziende alimentari, la grande distribuzione organizzata e le organizzazioni ortofrutticole, è stato possibile recuperare più di 162 mila 322 quintali di eccedenze alimentari, contribuendo fattivamente alla lotta allo spreco e aiutando al contempo decine di migliaia di bisognosi”.
Gli Empori della Solidarietà, permettendo alle famiglie in difficoltà di fare la spesa attraverso una tessera a punti, in un luogo organizzato, alla stregua di un negozio di vendita al dettaglio e introducendo così un metodo alternativo alla distribuzione del pacco viveri, propongono in questo modo una risposta alla povertà alimentare più idonea e dignitosa, senza cadere nell’assistenzialismo. Ciò che si intende attuare e promuovere non vuole certamente essere una soluzione esaustiva al problema della povertà, ma piuttosto una testimonianza concreta del valore dell’accoglienza, della solidarietà, della gratuità e della sussidiarietà presenti nelle nostre comunità.