«Questa Route rappresenta una svolta epocale per la nostra associazione. Torniamo a casa stanchi, ma con la gioia di aver partecipato a un momento straordinario di crescita e formazione». Parla così Francesco Campostrini, responsabile di Zona dell’Agesci di Venezia centro storico e isole che conta su sei gruppi scout in città. C’era anche lui tra i 18 mila partecipanti alla Route nazionale, che si è conclusa a Verona domenica scorsa, con 65 capi della Zona. Campostrini è responsabile di Zona insieme a Carlotta Biscontin, mentre don Valentino Cagnin è assistente ecclesiastico.
«Le parole del cardinale Zuppi nell’omelia della celebrazione eucaristica hanno rappresentato un riconoscimento prezioso per la nostra associazione, un incoraggiamento ad andare avanti che è significativo perché rappresenta una carezza a tutti i capi. A volte, non ce lo nascondiamo, ci sono delle difficoltà, ma questa Route ci ha fatto capire come l’Agesci abbia un ruolo riconosciuto anche dalle realtà istituzionali del nostro Paese. Il cardinale Zuppi ha lanciato un “endorsement” spontaneo alla nostra associazione. Ed è stata significativa anche la presenza del vicepremier, del governatore del Veneto e tanti altri che sono venuti a trovarci».
Anche la partecipazione dei capi veneziani è stata incoraggiante. «C’erano praticamente tutti i capi impegnati nel servizio educativo con i ragazzi. I capi censiti – spiega Campostrini – sono infatti una novantina, compresi sacerdoti, assistenti e capi a disposizione. C’è stato un percorso di preparazione nei mesi precedenti, come per tutti i nostri eventi, e ci sarà un cammino futuro ad attenderci. Non è uno spot o una vetrina. Questi giorni si sono conclusi, secondo me, con una maggior consapevolezza: del molto di buono che l’associazione ha fatto e continua a fare, ma anche del tanto ancora che dobbiamo costruire insieme per “lasciare il mondo un po’ migliore di come lo abbiamo trovato”, come ci insegna il nostro fondatore. Perciò questa Route è stata una carezza, ma anche un’esortazione a proseguire il cammino».
Campostrini punta l’attenzione su un altro punto chiave, quello formativo e di reciproca conoscenza. «E’ stato un evento fortemente formativo e ben organizzato – sottolinea il responsabile maschile di Zona – in cui anche la fatica si è fatta sentire. Camminare con queste temperature non è stata certo una cosa semplice. Il programma ha poi abbinato vari momenti nelle nostre giornate. L’aspetto incredibile è stata la conoscenza di altre persone. Io ho potuto godere questo momento insieme alla mia Comunità Capi, ma tra gruppi di Venezia non ci siamo mai incontrati tranne in stazione, prima della partenza e poi in treno al ritorno. Nel viaggio di rientro ho sentito da tutti i capi commenti entusiasti e vogliosi di mettersi in gioco. Essere presenti, sfidando anche il caldo e la fatica, ne è davvero valsa la pena». Il programma ha messo insieme vari momenti, anche molto diversi tra loro. «Tanti momenti che porteremo sempre nel cuore – conclude Francesco Campostrini – le tavole rotonde, il cammino, le serate evento, i due giorni di servizio che hanno segnato la “contaminazione” positiva con la città di Verona, l’arrivo a Villa Buri e la bellissima Messa di domenica. Grazie a tutti e a chi ha organizzato così bene una cosa così bella per noi».
Lorenzo Mayer