Ritorna l’atteso appuntamento con la Festa della Madonna dell’Angelo. Sabato 13 e domenica 14 luglio, la città di Caorle rinnoverà il suo antico voto alla Vergine, con l’ormai tradizionale celebrazione che richiama ogni estate migliaia di fedeli e curiosi.
La festa. Sabato 13 luglio, alle 22, la Statua della Madonna dell’Angelo sarà trasportata con una solenne processione dal Santuario sul Mare al Duomo di Caorle. La sera seguente, il simulacro tornerà, sempre allo stesso orario, nella consueta dimora al termine di una seconda processione. In entrambe le occasioni il passaggio della Madonna dell’Angelo in piazza Vescovado sarà salutato dall’ “incendio” del campanile: fuochi artificiali di colore rosso offriranno a migliaia di fedeli e turisti l’illusione delle fiamme accese all’interno della torre campanaria. A presiedere le celebrazioni della sera di sabato, che cominceranno con la messa delle ore 21, sarà l’arcivescovo emerito di Udine, monsignor Andrea Bruno Mazzocato.
Le origini. La festa, che unisce devozione mariana e folclore, risale al voto fatto alla Madonna dell’Angelo dai caorlotti nel 1741 affinché il Doge di Venezia, a cui Caorle era sottomessa, tornasse a concedere agli stessi i diritti esclusivi di pesca sui canali lagunari che invece la Serenessima, in un periodo di carestia, aveva revocato. All’epoca solamente la pesca garantiva il sostentamento agli abitanti dell’antico borgo marinaro che temevano quindi per la propria sopravvivenza. L’anno seguente il Doge concesse definitivamente la titolarità dei diritti di pesca: il 4 febbraio del 1742 l’allora vescovo di Caorle, Francesco Trevisan Suarez, al fine di adempiere il voto, stabilì che la celebrazione religiosa si sarebbe tenuta nella domenica che occorreva infra l’ottava della Natività della Vergine (cioè la prima domenica dopo l’8 settembre).
La storia. Nei primi anni, il corteo dei devoti trasportava in processione la statua della Madonna dal Santuario al Duomo dove veniva celebrata la Messa; dopo il canto dei Vespri, sempre in processione, il simulacro veniva riaccompagnato nella dimora abituale. Nel 1864, su richiesta del patriarca di Venezia Giuseppe Luigi Trevisanato, papa Pio IX permise che la festa annuale venisse anticipata alla seconda domenica di luglio, data in cui ancora oggi viene celebrata la ricorrenza (in due giornate). La tradizione dell’incendio con fumogeni e petardi risale invece al secondo dopoguerra.
Riccardo Coppo