Infortuni e morti sul lavoro in calo nel 2023 in Veneto rispetto agli anni precedenti. E’ il dato emerso dalla ricerca “La salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro” della Fondazione Corazzin, presentata alla Cittadella dell’Edilizia di Marghera nel corso della tavola rotonda “Quanta sicurezza sul lavoro?” promossa da Filca Cisl Veneto e Fim Cisl Veneto. Sono infatti i settori dell’edilizia e della metalmeccanica gli ambiti dove si verificano più di frequente gli infortuni.
Nel nel 2023 in Veneto le denunce per infortunio sono state 69.643, mentre nell’anno precedente erano state 84.593 e nel 2021 70.535. I morti sul lavoro sono stati 101, mentre nel 2022 erano stati 129 (anno nerissimo). Rispetto al numero di occupati la percentuale di infortuni è del 3,15%, anche qui in leggero calo rispetto all’anno precedente (3,95%).
E’ la provincia di Verona a segnare il numero più alto di denunce per infortunio (14.132), seguita da Vicenza (13.457) e Padova (13.200). Sopra le 10 mila troviamo Treviso (con 12.301) e Venezia (11.700).
Altro aspetto riguarda i numeri legati ai morti e denunce in Veneto per nazionalità, dove l’incidenza straniera nel rapporto tra infortuni e occupati si fa sentire più di quella italiana. E ancora, le malattie professionali denunciate in Veneto nel 2022 sono state 3.919, dietro a regioni come Toscana (9.234), Marche (5.907) Emilia-Romagna (5.691), Sardegna (5.084), Puglia (4.806), Lazio (4.203) e Abruzzo (3.992). In totale, in Italia è il numero è stato di 60.643.
Tra le categorie a rischio, guardando al periodo 2018-2023, troviamo chi lavora nella Fabbricazione di prodotti in metallo (esclusi macchinari e attrezzature), Lavori di costruzioni specializzati, Fabbricazione di macchinari e apparecchiature, Attività di servizi per edifici e paesaggio, Costruzione di edifici.