«Nel 2023 nei cinque Serd dell’Ulss 3 abbiamo seguito per problemi di disturbo da uso di alcol 692 maschi e 249 femmine, di cui 216 nuovi utenti. Di questi i giovani sono solo il 4%, una percentuale che non è rappresentativa del fenomeno: i nostri servizi, infatti, non attirano molto i minorenni», spiega la dottoressa Laura Suardi, medico responsabile dei Serd di Dolo e Mirano.
Tra i minorenni l’alcol accompagna le droghe. «I ragazzi più giovani con disturbo da uso di alcol giungono in percentuale molto bassa, inviati dai Servizi sanitari (Neuropsichiatria Infantile o Polo Adolescenti) o dai servizi sociali dei comuni, più raramente dalle scuole oppure accompagnati dai familiari. Il dato tuttavia è in aumento, in particolare rispetto ai nuovi ingressi in trattamento nella fascia di età giovanile per quel che riguarda il disturbo da uso di alcol. Abbiamo invece un deciso incremento di ragazze e ragazzi più piccoli che arrivano qui per co-assunzione, cioè i casi in cui il paziente non assume solo alcol, ma anche altre sostanze stupefacenti. Nella popolazione che afferisce ai nostri Serd un 30% del totale di chi ha un problema di uso di sostanze presenta anche un uso di alcol problematico. In generale la maggior parte dei pazienti che arriva da noi per disturbo da uso di alcol ha mediamente un’età superiore ai 18 anni – la fascia di età prevalente è fra i 30 e i 49 anni – mentre è diffusissimo tra i minorenni l’uso di sostanze come cannabis e cocaina insieme ad alcol. In questa tipologia di pazienti la coassunzione di alcol ha una doppia valenza: aumenta l’effetto psicoattivo della cocaina o, quando l’agitazione psicomotoria è grave, può agire come un sedativo, riducendone gli effetti».
Il Serd ha inoltre registrato nel 2023 un aumento del consumo di alcol nelle donne. «Abbiamo visto un aumento significativo di accessi di donne adulte», sottolinea la dottoressa Suardi. «La prima ragione, la più semplice, è il fatto che con l’aumento del consumo di alcol – dopo la pandemia siamo a un 180% in più – aumentano anche i rischi alcol-correlati. Ma il dato nazionale di Hbsc (lo studio multicentrico Comportamenti collegati alla salute in ragazzi di età scolare), secondo cui le quindicenni hanno superato i quindicenni nell’uso di alcol (per il fumo il sorpasso era già avvenuto), è molto attendibile e ci dice che questo fenomeno tocca sempre più anche i giovanissimi. L’alcol fa da ‘facilitatore sociale’ e, in età adolescenziale, sappiamo bene quanto è importante adeguarsi ai comportamenti, anche pericolosi, del gruppo di riferimento: consumo di sostanze legali e illegali, bullismo, comportamenti sessuali a rischio… In particolare, l’alcol per le donne correla con il rischio di subire violenza: la ragazza che ha bevuto spesso non è in grado di percepire correttamente il comportamento non verbale della persona con cui si sta relazionando e dall’altra parte il ragazzo può essere portato a vedere una disponibilità che non è reale. Se il ragazzo/a presenta delle fragilità personali o nelle relazioni interpersonali, l’assunzione di alcol espone a situazioni davvero molto rischiose».
Si sa abbastanza che l’alcol genera tumori? Dietro l’abuso di alcol nella nostra regione c’è anche un fattore culturale, che porta a sottostimare il problema. «Ci sono numerosi accessi di minorenni per intossicazione alcolica in pronto soccorso, ma sono poche le famiglie che poi si rivolgono ai nostri servizi. Evidentemente non viene vissuta come una dipendenza pericolosa. Non dimentichiamo, infatti, che se c’è un uso di alcol frequente e quotidiano in un adolescente, questo corre un rischio importante tanto quanto con l’uso di sostanze stupefacenti: a livello cerebrale i danni sono gli stessi. È bene anche ricordare che spesso purtroppo i pazienti con problemi di alcol sviluppano altre patologie: l’alcol, ad esempio, è la miccia per la genesi di molti tumori, compreso il tumore alla mammella per le donne, un dato che non è così noto».
Valentina Pinton