A chi si ispira Joel? A Michael James Owen, vincitore del Pallone d’oro nel 2001, simbolo del Liverpool e del calcio inglese.
Lui, Joel Pohjanpalo, è invece diventato l’emblema del calcio in laguna, del sorriso e della voglia di vincere. Per il suo carisma in campo, ma anche per alcune scelte “coraggiose” e in controtendenza rispetto alla massa. Prima tra tutte la decisione di vivere in centro storico, di comprare un barchino con motore fuori bordo per spostarsi in laguna. E di far nascere qui, all’ospedale dei santi Giovanni e Paolo di Venezia, sua figlia Penelope. Nata a Venezia poche settimane fa, in una città storica dove vengono alla luce sempre meno bambini.
E poi la birra bevuta in campo, a fine partita, per brindare ai suoi gol e ai successi di squadra. L’aperitivo in fondamenta… Immagini di un campione entrato nel cuore dei tifosi, a suon di gol ma non solo. «Il legame che si è creato con i veneziani è molto bello, fin dal primo giorno io e mia moglie ci siamo sentiti a casa. Poi a Venezia è nata mia figlia Penelope, che quindi è una vera veneziana. Siamo molto felici di vivere in laguna, ci piace molto l’ambiente, la cultura e le persone. Venezia è entrata nel mio cuore e ci rimarrà per sempre».
Joel Pohjanpalo, il capitano del Venezia Football Club, nonché capocannoniere dell’intera serie B 2023-24, grazie a 22 gol realizzati, “conditi” anche da 4 assist in 33 partite in arancioneroverde, è pronto a guidare la carica dei lagunari ai playoff, dopo che venerdì scorso, con la sconfitta con lo Spezia, è sfumato il sogno di raggiungere la Serie A direttamente. Il Venezia sarà in campo lunedì sera per il primo atto delle semifinali con ritorno al Penzo venerdì 24. E Joel, più che al traguardo personale, pensa all’obiettivo numero uno: «I titoli personali avranno valore solo se, tutti insieme, andremo in serie A», commenta intervistato da GV alla vigilia del momento più importante della stagione.
Cosa significa per te indossare la fascia da capitano del Venezia?
Ovviamente è un grande onore per me indossare la fascia da capitano di una squadra italiana, nonostante sia straniero. Di partita in partita cerco di dare l’esempio a tutti i miei compagni e provo a dare forza a tutta la squadra.
Cosa, invece, rappresenta per te il calcio e quali sono i valori più importanti per te nella vita?
Amo il calcio e amo giocare ma alla fine è pur sempre il mio lavoro. Nella mia vita gli amici, la famiglia e mia figlia vengono prima di tutto, nel calcio cerco sempre di fare il massimo e conquistare risultati importanti.
Dopo aver ricevuto due premi di miglior giocatore del mese in un campionato difficile come la Serie B quali obiettivi hai?
Sicuramente un grande onore per me. Gran parte del merito va ai miei compagni, che mi mettono nelle condizioni giuste per poter segnare i gol. Mi fa molto piacere vincere premi individuali ma alla fine sono quelli di squadra che contano, speriamo di poter realizzare il nostro grande sogno con il lavoro di tutti.
C’è un giocatore a cui ti sei ispirato?
Si, da ragazzino ammiravo molto l’attaccante del Liverpool Michael Owen, sfortunatamente non sono veloce e rapido come lui. Il Liverpool da bambino era il mio club preferito e Owen uno dei miei idoli.
Finlandese, classe 1994, che festeggerà 30 anni il prossimo 13 settembre, ha il cuore “caldo”. In Nazionale a settembre affronterà la Nation League, ma prima ci sono tanti obiettivi da raggiungere che passano per il vecchio Pierluigi Penzo e la laguna. Con una promessa solenne: «L’amore per Venezia durerà per sempre».
Lorenzo Mayer
(foto ufficio stampa Venezia Fc)