San Tiziano Vescovo è la sua prima parrocchia e mons. Davide Carraro, a Stretti (e Cittanova), è parroco dal 2018. Anche se c’era già, come amministratore, dal 2015.
Quanti cambiamenti in questi anni? «Una delle fatiche più grandi è stata passare a guidare la parrocchia senza viverci, mentre il predecessore, don Alberto Da Ponte, ci abitava: “non si trova mai”, era il rimprovero frequente». Perché, sia allora da vice parroco, che dal 2021 come parroco di Eraclea (e Ca’ Turcata), don Carraro abita la canonica di Eraclea. «Nei primi anni – spiega – andando a benedire le case a Stretti ho potuto conoscere le famiglie e i rapporti di parentela. Dei 1200 abitanti, circa 600-700 gravitano attorno alla parrocchia. Qui ce la caviamo ancora da soli per l’iniziazione cristiana», perché c’è la scuola elementare a tempo pieno che catalizza i bambini. I numeri, infatti, calano per le medie. Resta il buon lavoro svolto dall’Azione Cattolica per ragazzi, giovani e adulti, incisivo soprattutto sulla Pastorale giovanile. Il Patriarca visiterà Stretti sabato 4 maggio: alle 11,45 incontrerà le suore, alle 15 gli aderenti dell’Azione cattolica, alle 16 la comunità e celebrerà la Messa.
È cambiato anche il paese. «Per esempio la banca non c’è più. È sorto invece un distributore sulla provinciale Caorle-San Donà. Bar e ristoranti si sono un po’ rinnovati. Oggi la parrocchia ha rafforzato varie collaborazioni, come quella con la Pro loco. Poi con l’asilo, visto che il parroco è il legale rappresentante della scuola, e anche con le suore, più coinvolte nei servizi parrocchiali».
E don Carraro è cambiato? «Nel 2015 avevo 30 anni e mi muovevo con l’entusiasmo giovanile della prima esperienza di parroco. Oggi ho un approccio più riflessivo e spirituale, meno impulsivo, più osservatore e “attendista”».
Sul cippo del centenario della comunità si legge: “Dalle paludi rifiorì la vita”. «La “palude” che rimane da bonificare? Si tende ancora a difendere i propri ruoli e orticelli. Stiamo crescendo un po’ alla volta nel collaborare tra diversi gruppi parrocchiali: coro, Azione Cattolica, catechisti… Ecco i frutti del centenario: riconoscere che si può lavorare assieme. E si può migliorare ancora. Diversi monumenti ravvicinati – continua – dicono un attaccamento al paese, ma anche che ciascuno tende a fare un po’ da solo. Come quando una volta i capifamiglia reclamavano una chiesa, ciascuno per la propria frazione. È una mentalità che resiste».
A Venezia il Papa, rivolgendosi ai giovani, ha detto: «Il Creato ci invita a essere creatori di bellezza». «Qui sono generosi a spendersi per l’altro, – commenta don Carraro – nell’accoglienza e nel volontariato: tutto questo la parrocchia deve insegnare a farlo nel nome di Gesù».
E aggiunge: «Stretti si sente penalizzata rispetto a Eraclea, perché la sua zona industriale è deserta e da anni non ci è permesso di costruire a causa del rischio idrogeologico. Con Eraclea c’è poco in comune: d’inverno, per i servizi, vanno a San Donà; d’estate, per la stagione, a Caorle. Le famiglie più giovani si spostano a Torre di Mosto, dove le case costano meno. Ma a Stretti c’è comunque sempre la scuola elementare e rimangono le radici».
Giovanni Carnio