La prima chiesa, del 1889, esce distrutta dalla guerra del ’15-’18. L’attuale edificio è invece del 1929 e diventa parrocchia di S. Ferdinando Re nel ’49. Un riferimento per i 1700 abitanti di Torre di Fine, a cui si aggiungono le 700mila presenze turistiche, tra maggio e settembre, di Eraclea Mare.
Per loro entra in servizio una chiesetta “balneare”, piccola e con aula a cielo aperto, per il potenziamento stagionale del piano Messe. Ora, in Valle Ossi, sta sorgendo un nuovo villaggio che, a regime, porterà 14mila presenze giornaliere. Se ne parlerà il 10 maggio, quando il Patriarca incontrerà amministratori, albergatori, commercianti e operatori turistici.
«Monsignor Moraglia è venuto altre volte a Torre di Fine: appena insediato a Venezia e in occasione di una Cresima, del funerale di don Giampaolo Girardello e del mio ingresso, nel 2019», ricorda il parroco, don Mirco Pasini. E ci tornerà sabato 4 maggio. La mattina (ore 10,30) sarà in cimitero, dove «si capisce cosa significhi “andare all’altra riva”, perché il camposanto è oltre il canale», scherza don Pasini. «La chiesetta era caduta in degrado, ma benefattori e volontari l’hanno fatta tornare un luogo di preghiera e speranza». Dove dimorano tre sacerdoti: don Luigi De Felice (primo parroco), don Giampaolo Girardello e don Sergio Bergamo (nativo di qui, ma incardinato a Chioggia).
Il Patriarca Francesco visiterà poi alcuni malati; a seguire la Messa, con la prima Comunione di due bambini, e l’incontro con la comunità (ore 18). A cui certo non mancano delle urgenze, «aggravate dalla pandemia». I numeri stanno incontrando qualche difficoltà: «Per celebrare le Cresime abbiamo accorpato 2. e 3. media. Le catechiste sono solo due». Ma ci sono anche criticità sociali: «La nostra è una comunità di confine, dunque piuttosto isolata. Ci aiuta il fatto di essere in collaborazione con le altre parrocchie di Eraclea». Per non parlare di negozi e botteghe che chiudono, penalizzando soprattutto gli anziani. D’altra parte, «alcuni commercianti resistono con ammirevole spirito di servizio e amore del territorio». Encomiabili anche «i volontari che curano la chiesetta di Eraclea Mare, il verde e la manutenzione ordinaria», dando un’iniezione di ottimismo.
Domenica scorsa il Patriarca rifletteva sui vantaggi dell’essere comunità piccole, che possono insegnare qualcosa. E Torre di Fine? «Molto spesso queste parrocchie si reggono sulle braccia e sulle fatiche delle medesime persone, che a lungo andare si stancano. Le nostre sono persone generose. Da questa visita ci aspettiamo di essere rafforzati nella fede e incoraggiati a donare forza, vita e tempo al Signore. La tenacia, l’impegno e l’attaccamento alla comunità tengono ancora viva la parrocchia e testimoniano la fede attraverso servizi, iniziative e feste, come la sagra di agosto e altri momenti conviviali in cui si apprezza la voglia di stare assieme».
Giovanni Carnio