Il valore fondamentale dell’esempio, la scarsa efficacia dell’imposizione, il cammino bello e faticoso dell’accompagnamento perché i teen ager prendano consapevolezza e convinzione di ciò che fa bene alla loro vita…
Ecco alcuni dei temi che la prof. Emanuela Confalonieri tratteggia, anticipando alcune idee che proporrà a catechisti, genitori e animatori domenica 24 settembre, all’Istituto San Marco alla Gazzera, durante la Giornata diocesana di formazione. Il tema è quello dell’educazione degli adolescenti agli affetti e all’amore. L’inizio è alle ore 9 e la gironata si dipanerà tra relazioni, lavori di gruppo e momenti di dialogo fra i partecipanti. Nel pomeriggio, attorno alle 16.30, la Messa presieduta dal Patriarca, cui seguirà il Mandato ai catechisti.
Di sesso e affettività oggi i ragazzini sanno tutto, da subito. Molto più dei genitori. Un primato generazionale che spesso non segue la maturazione emotiva e cognitiva. Conoscono la teoria e sono liberi nella pratica. Ma sul fatto che gli adolescenti siano pronti ad affrontare tutto questo Emanuela Confalonieri nutre i suoi dubbi: «Quando ho più “occasione di” e c’è più libertà “rispetto a”, questo mio poter affrontare prima determinate esperienze sapendo già tutto non mi rende automaticamente pronto a farle» spiega la docente della Cattolica di Milano, attesa alla Gazzera domenica 24 settembre per la Giornata formativa promossa dalla Diocesi.
«Il rischio è quello di un gap tra ciò che so, che vorrei fare, e ciò che possiedo come competenze per far sì che questa esperienza sia funzionale alla mia crescita e contribuisca al mio stare bene».
I fattori di affettività e sessualità precoce? Non solo culturali, dice. Spesso immaginiamo le nuove generazioni allegre e disinibite, sedotte dai postumi dell’amore libero sessantottino, ma nelle ragazze, ad esempio, la maturazione sessuale, dal punto di vista squisitamente biologico, «avviene molto prima rispetto a una volta» rileva la psicologa dell’adolescenza. Un anticipo nello sviluppo puberale tutto al femminile, che la dice lunga sull’interesse sempre più precoce che le ragazze mostrano nei confronti dell’altro sesso. «Un trend – sottolinea – che è in essere da diversi decenni».
E la socializzazione mista, presente fin dall’asilo, ha fatto il resto, permettendo a maschi e femmine di conoscersi e apprezzarsi nel corso della crescita, ma anche di anticipare le prime cotte all’interno del gruppo dei pari. E oggi più che mai, poi, «il migliore amico/migliore amica spesso è di genere diverso rispetto al proprio, cosa che una volta era molto meno diffusa».
In tutto questo, quale dato la colpisce di più dell’affettività adolescenziale di oggi?
Gli adolescenti di oggi sicuramente sanno più cose, si avvicinano al tema dell’amore e anche della sessualità prima e sapendone molto di più. Questo porta anche ad un’anticipazione, per buona parte degli adolescenti, di una serie di esperienze che una volta si collocavano più in là nel tempo. In tutto ciò bisogna capire se l’adolescente ha maturato quelle competenze di tipo cognitivo ed emotivo che gli consentono di affrontare in modo consapevole, responsabile e funzionale al proprio benessere queste esperienze.
Ha qualche numero rispetto a questo anticipo?
È un argomento su cui faccio ricerca da diversi anni. I dati che emergono anche dagli studi nazionali sono quelli di un’anticipazione non solo nell’avere delle relazioni sentimentali ma anche del debutto sessuale: rispetto a qualche anno fa avviene attorno ai 15 – 16 anni, sia per i ragazzi che per le ragazze. Questa è la media. Diminuita di un paio d’anni negli ultimi 20 anni. In parte, per quanto riguarda le ragazze, questo è legato anche allo sviluppo puberale, che oltre a renderle potenzialmente attive dal punto di vista sessuale, porta ad attivare prima un interesse per il genere opposto. È un trend in essere da diversi decenni: vuol dire che io ho ragazze adulte dal punto di vista della maturazione sessuale (età del menarca) molto prima rispetto a qualche decennio fa. Poi, culturalmente, ora, ci sono modelli che legittimano l’avere relazioni sentimentali, con eventuale coinvolgimento sessuale, prima rispetto a una volta.
Com’è cambiato, nei ragazzi, il rapporto interpersonale con l’altro sesso rispetto a quando l’adolescente era lei?
Rispetto a 20 e 30 anni fa gli adolescenti di oggi, da qualche tempo, hanno avuto fin dall’infanzia occasioni di socializzazioni miste. Quando ero anch’io bambina, negli anni Sessanta e Settanta, spesso avevamo classi separate. Quindi fino a qualche decennio fa i gruppi misti cominciavano a comporsi durante l’adolescenza, ora accade fin dall’asilo nido. Questo porta a una maggiore naturalezza e quindi anche a una conoscenza reciproca delle loro caratteristiche fin da piccoli. E rende più spontaneo l’evolvere dei rapporti amicali. Le prime relazioni sentimentali, spesso, nascono all’interno del gruppo dei pari. Ma porta anche ad avere coppie di amici miste: migliori amici dell’altro sesso. Aspetto che una volta si riscontrava molto meno. Questo perché si cresce insieme fin dall’inizio.
Un consiglio a genitori, educatori, catechisti?
Gli adolescenti di maestri che insegnano e parlano non ne vogliono. È tipico della loro età, vogliono iniziare a capire e a sbagliare da soli, a trovarsi da soli anche nuovi insegnanti. Per questo è l’esempio ciò che colgono di più. Allora ho più buon gioco a non perdere una relazione se mi propongo come adulto che agisce in modo coerente, che ha delle emozioni vere, senza ambivalenze e zone grigie. E sull’affettività l’adolescente può così cogliere, osservare, imparare. E farsi un’idea chiara di cosa siano coerenza e sincerità.
Giulia Busetto