Oggetti personali abbandonati dalle persone durante il loro tragitto, pannelli volti a raccontare i principali accadimenti degli ultimi anni, mappe geografiche delle rotte migratorie, immagini fotografiche, registrazioni audio originali e video contenenti le testimonianze più significative. E’ quanto racchiuso in “Panta rei, vite migranti lungo la rotta balcanica”, una mostra-percorso esperienziale ospitata in questi giorni, fino a stasera, negli spazi della palestra dell’Istituto Cavanis di Venezia.
Un progetto aperto alle realtà scolastiche del territorio e realizzato da “Lungo la rotta balcanica”, il cui obiettivo è quello di far toccare con mano – oltre che con i cinque sensi – quanto avviene lungo questa rotta migratoria. “Panta rei” è il risultato di anni di esperienza vissuti come operatori del sociale e umanitari rimanendo accanto alle persone in movimento, per approfondirne luogo di provenienza e piccoli rituali quotidiani. Storie di chi dal Pakistan, dall’Afghanistan, dalla Siria, dall’Iraq, dal Kosovo, dall’Algeria (e non solo) sceglie di affrontare un lungo viaggio per cercare di raggiungere l’Europa. Vite che lasciano casa e affetti in cerca di un futuro migliore da cui ripartire. Il progetto ha ottenuto l’appoggio dell’Ufficio nazionale anti discriminazioni razziali e mira a sensibilizzare sul tema delle rotte migratorie soprattutto i giovani studenti.