«Avere sette figli ti educa a pensare a come migliorare le cose e la vita delle famiglie, anche nel tuo lavoro di tutti i giorni”: per questo Petrit Memaj, 57 anni, ristoratore, di nascita albanese e cittadino italiano residente al Lido, dove lavora da circa 35 anni, ha pensato di creare nel suo locale un’area giochi coperta, riscaldata e sicura da poter utilizzare anche d’inverno.
«Ho pensato ai miei figli – racconta – in particolare alle esigenze di quando sono piccoli». I suoi figli sono: Mattia Memaj 27 anni, Jessica 24 anni, Giulia 20 anni, Jennifer 15 anni, Arianna 8 anni, Riccardo 4 anni e il più piccolo Reimiz di 1 anno e mezzo. «Tutti i bambini sono nati a Venezia» prosegue orgoglioso, rivelando poi il segreto per una famiglia “extra-large”: «Ci vuole tanta pazienza – sorride – poi occorre lavorare duramente, perché i figli di oggi hanno tante esigenze e perciò sono anche un costo a cui far fronte. Ma i bambini riempiono la vita e la gioia quando è condivisa si moltiplica a dismisura». L’insegnamento parte chiaramente dalla sua famiglia di origine. «Anche mia mamma ha voluto una famiglia molto numerosa: eravamo anche noi sette fratelli, dalle mie parti si diceva che si facevano tanti figli perché poi, nell’umiltà di dove vivevamo, quando i figli diventano grandi possono dare una mano a lavorare la terra. Oggi non è più così, i figli vanno seguiti con pazienza, sia quando sono piccoli che quando diventano grandi. Ma io sono credente e penso che anzitutto i figli siano un dono di Dio, di Colui che ci ha creato. Ai miei figli cerco di trasmettere questi valori: lavoro, fatica, gratitudine, l’importanza della pace, l’affidarsi a Dio».
Così, lo scorso dicembre, Petrit ha creato e inaugurato all’interno del suo ristorante “Al Cavaliere” in Gran Viale un’area giochi coperta e riscaldata per i bambini, con animatore gratuito il sabato e la domenica, per dare modo alle famiglie di trovare, anche nel lungo periodo invernale, uno spazio dove portare i bambini a giocare, magari incontrando altri coetanei e dando così modo di fare amicizia e di incontrarsi tra le famiglie. L’iniziativa è rivolta anzitutto ai clienti del ristorante, ma senza escludere nessuno, precisa il ristoratore che ha investito 35 mila euro di risorse proprie per allestire l’area, tutta a norma e videosorvegliata. «Una famiglia – spiega – può venire a prendere il caffè e poi stare anche tutto il giorno qui a giocare. Da genitore so che a volte le famiglie del Lido scelgono di andare nei grandi centri commerciali della terraferma per trovare un posto attrezzato dove trascorrere un pomeriggio con i propri figli. Ho pensato perciò di allestire anche io, nel mio piccolo, una cosa del genere, per offrire una valvola di sfogo, senza dover necessariamente andare in terraferma. Non ci voglio guadagnare nulla. Spero che la mia idea possa essere ben apprezzata e accolta dalla cittadinanza».
Lorenzo Mayer