Via libera del Consiglio Comunale all’adozione del PAT, il nuovo Piano di Assetto del Territorio di Mira. Lo strumento urbanistico, che andrà a sostituire il vecchio PRG, punta principalmente sulla qualità dell’abitare e sulla rigenerazione urbana.
“Questo piano era molto atteso dalla cittadinanza – spiega il sindaco Marco Dori – ma ora la nostra città ha a disposizione uno strumento di programmazione moderno, in linea con le sfide e le necessità della nostra contemporaneità, per disegnare la città del domani, attenta più alla qualità che alla quantità e capace di promuovere le sue potenzialità”.
Dopo l’adozione del PAT, ora si apre una nuova finestra di confronto con gli altri enti di pianificazione e con gli stakeholders. L’amministrazione provvederà a rendere consultabili gli atti con trenta giorni di pubblicazione, ai quali seguiranno altri trenta giorni per la presentazione delle osservazioni e poi anche per l’invio alla commissione di valutazione ambientale strategica per il parere di competenza. A seguire ulteriore fase di confronto con la Città Metropolitana di Venezia.
“Un percorso di profonda revisione degli strumenti di programmazione e pianificazione – spiega il vicesindaco e assessore all’Urbanistica Gabriele Bolzoni – intrapreso dall’amministrazione con la redazione di PAT incardinato sui temi del benessere, nella sua più ampia accezione, e della qualità, intesa in termini estetici e prestazionali ed arricchito inoltre da un innovativo apparato conoscitivo e normativo (la disciplina della sostenibilità) in grado di supportare e governare l’evoluzione della città, seguendo la disciplina e la definizione degli interventi riferiti agli ambiti strategici delle quattro immagini identitarie di citta: Mira città residenziale, Mira città d’arte, Mira città verde, Mira città d’acque.
La riorganizzazione della componente strutturale in tal senso – sottolinea il vicesindaco Bolzoni – riconduce il PAT di Mira alle fattispecie dei cosiddetti dei piani di terza generazione. Strumenti urbanistici che, fatti salvi i contenuti previsti dalla LR 11/2004: sono incardinati su una visione di città collettivamente condivisa, fanno propri gli obiettivi dell’Agenda 2030, assumono la città pubblica come trama ordinatrice e si attrezzano dal punto di vista metodologico per governare in termini di adattività, sostenibilità e reciprocità le trasformazioni urbane e territoriali assumendo in termini operativi la disciplina dei servizi ecosistemici”.