La cosa che le sta più a cuore è far passare il messaggio che scopo della mostra è favorire momenti di aggregazione e che l’ingresso è libero. Il luogo infatti è privato e messo a disposizione a titolo volontario e gratuito.
Non è la prima volta che Gabriella Niero promuove un evento del genere nel suo oratorio a Borbiago-Olmo di Mira. L’edificio, già delle famiglie Donati e Stecchini, è intitolato alla Madonna del Rosario e risale al ’700; contiene opere preziose, come sculture del Bonazza e affreschi del Crosato… Ma «vent’anni fa era un pollaio. Con mio marito l’abbiamo comprato (nel 2003), fatto restaurare e riaperto al pubblico: in maggio, per esempio, qui si prega il rosario e il parroco celebra la messa».
La dottoressa Niero è critico e storico dell’arte; tiene corsi didattici presso alcune università popolari, associazioni e comuni del Veneto. Da quattordici anni, appunto, organizza all’interno della chiesetta l’esposizione “Presepi d’arte”: dipinti, sculture… La mostra – che arricchisce la piattaforma di una serie di manifestazioni culturali ugualmente promosse dalla Niero, come mostre d’arte sacra, concerti corali e serate con artisti – rimane aperta dal 17 dicembre per quattro domeniche consecutive, più S. Stefano, capodanno ed Epifania: sempre dalle 15 alle 17. Accoglie «un centinaio di presepi fatti da bambini, pittori noti… un po’ da tutti: artisti del Triveneto e vari collezionisti. Sono espressioni di arte contemporanea, con molta grafica, incisioni, quadri a olio, acquerelli… La fantasia non tradisce comunque l’iconografia tradizionale»: il soggetto resta cioè sempre quello, classico, della natività di Gesù, senza deviazioni dal tema.
C’è un presepe, in particolare, che può essere menzionato a titolo di esempio per la sua originalità? «Un bel presepe, piccolo, in ceramica raku, cotta sottoterra, come usavano fare i primitivi. Molti dei lavori – constata in generale – puntano su materie riciclate: plastica, cotone, stoffe, tessuti recuperati e anche pezzi di legna rinvenuti in spiaggia. Ma anche cartoni porta-uova… Ecco, dovendo individuare un filone dominante, direi che il materiale riciclato è un po’ il protagonista della mostra di quest’anno».
Giovanni Carnio