L’accoglienza dei migranti nel Patriarcato di Venezia continua e si evolve. Dal luglio scorso a Tai di Cadore, la casa diocesana Santa Maria del Lago è stata resa disponibile dal Patriarcato per l’accoglienza dei migranti. È stato necessario un primo intervento di messa a norma dell’edificio che da qualche anno era rimasto inutilizzato. A gestire la casa è la cooperativa solidale “Città Solare”, che ha sede a Padova e opera da trent’anni nell’aiutare le persone fragili.
Spiega Ermes Siorini, direttore della struttura: «Abbiamo trentasei ospiti, tutti adulti maschi, principalmente provenienti dal Centro Africa (Mali, Costa d’Avorio, Burkina Fasso) di età compresa tra i venti e i venticinque anni. L’esperienza che viviamo con loro è un laboratorio sociale che vuole dare strumenti per vivere e integrarsi». Quindi è un luogo educativo: «È fondamentale fare squadra e rispettare gli orari».
Molti sono arrivati con ferite profonde, non solo nel corpo, e sono passati attraverso il porto di Sfax in Tunisia. Tranne alcuni casi, il livello culturale medio è paragonabile alla nostra prima media.
«Il progetto di accoglienza – spiega Siorini – prevede cinque elementi fondamentali previsti dall’ordinamento: dare alloggio, fornire capi di vestiario, provvedere al cibo, garantire l’assistenza sanitaria e offrire infine una mediazione linguistica».
«Ma tutto ciò che non è previsto dalla Legge non è però impedito» continua Emers Sirioni. Il “non previsto” sono progetti per dare valore: «Non sono dei “poverini”: bisogna ascoltare il loro potenziale ed educarli a comprendere che sono protagonisti del loro futuro».
Grazie alla logistica della struttura si sono individuati spazi che permettessero ai 36 ospiti di procede in attività diverse, interagendo in piccoli gruppi per favorire la qualità della vita. Racconta Siorini: «Abbiamo creato rete nel territorio, in particolare con Caritas, con i parroci di Pieve di Cadore e Tai, con gli enti pubblici locali e associazioni come i Lions. Con Sindi Manusci, nuovo sindaco di Pieve di Cadore, primo sindaco italiano di origini albanesi, abbiamo sviluppato un legame di fiducia tra ospiti e territorio».
Una volontaria ottantenne, Maria Grazia Petroni, poliglotta, che ha vissuto vent’anni in Madagascar, offre un corso di italiano di 80 ore. Il progetto “Sport -integrazione – lavoro” insieme alla squadra locale del Calalzo Calcio ha inserito gli ospiti in competizioni sportive. «Gli sponsor della società – prosegue Siorini – che sono imprenditori locali, offriranno ai ragazzi la possibilità di lavorare. Per poter accedere alle attività sportive e alla scuola è servito il permesso di soggiorno temporaneo. Arrivati il 16 di luglio, entro il 29 settembre hanno ricevuto il permesso di soggiorno».
Gli ospiti vanno anche a scuola il martedì e il giovedì nel pomeriggio-sera e con i Lions vivono il doposcuola. Il lunedì viene svolto il corso di educazione civica. Con il Centro per l’Impiego vi è invece un corso per l’inserimento nel mondo del lavoro, la redazione del curriculum e lo sviluppo di un “bilancio delle competenze” (titolo di studio, professioni svolte, ecc). Tutti i trentasei ospiti sono stati accolti nel database del Centro dell’Impiego. La scorsa settimana il primo ragazzo è stato assunto da una impresa edile «ed è stato una festa per tutti: hanno capito il significato del percorso che stanno compiendo. Ogni giorno a rotazione loro fanno le pulizie delle stanze e degli spazi comuni e contribuiscono alla cura della casa» conclude Sirioni.
Tra le proposte culturali una iniziativa di teatro e dei laboratori di arte per esprimere le emozioni interiori. Per il direttore una vittoria: «Rispetto a quello che chiede la legge viviamo molto di più del previsto».
Marco Zane