Ogni parrocchia cerca di offrire risposte cristiane ai bisogni, religiosi e umani in genere, dei suoi membri. Con le forze che ha. La fascia anziana è certo una quota importante della comunità.
Nelle parrocchie di Caorle c’è, nei confronti dei pensionati, un’attenzione sia di ascolto che di coinvolgimento. «La loro partecipazione alla vita comunitaria è più problematica», riflette il parroco, don Danilo Barlese. «Soprattutto dopo il covid. Cerchiamo di aiutarli a non chiudersi. Sicuramente con delle proposte di preghiera: rosario, adorazione eucaristica, gruppi di ascolto… Questi ultimi hanno il pregio di favorire l’incontro con la parola di Dio in famiglia». Ciò non toglie che per i più attivi ci siano occasioni di impegno: «C’è chi cura il servizio della Caritas, nel front office con gli utenti o nel lavoro di stoccaggio; chi la pulizia degli ambienti; chi l’accoglienza e la segreteria. Poi la parrocchia presta spazi per attività autogestite, come il gioco della tombola o delle carte, o per qualche cena». Si offre così l’opportunità di un incontro, che vorrebbe favorire relazioni belle, e dove non manca comunque la visita e il saluto amichevole di un prete.
Alcuni servizi, invece, corrispondono di più ai bisogni dello spirito. La comunione viene portata a chi non può muoversi da casa: «Oltre a noi sacerdoti, di questo si occupa una quindicina di ministri straordinari».
Circa ogni due-tre mesi si organizzano un’uscita o un pellegrinaggio a qualche santuario «nelle nostre zone o anche più in là: in montagna, in Friuli… siamo stati al santuario di S. Luca, a Bologna». Venerdì scorso hanno “onorato” quello della Salute, a Venezia. «Cerchiamo di coinvolgerli nelle nostre feste parrocchiali. A quelle, poi, che facciamo con i bambini della scuola dell’infanzia ci sono anche loro: a giocare con i nipotini, a cucinare frittelle o a preparare qualche dolce… Adesso alcuni di loro stanno allestendo i presepi nelle nostre chiese». Li troviamo, ancora, dietro le quinte di parecchie altre attività: ad esempio, «ci sono nonne che lavano e rammendano le vesti dei chierichetti». Senza contare l’importante aiuto assicurato durante la “stagione”, cioè nei mesi dell’estate turistica, quando il territorio è “distratto” dall’afflusso dei vacanzieri: «Tutte le sere alcuni gruppi fanno da guide artistiche nelle chiese o nel museo parrocchiale». E poi, ricorda sempre don Barlese, «c’è il prezioso lavoro di molti insegnanti in pensione, che un pomeriggio alla settimana tengono il doposcuola». Insomma con la loro presenza innervano molte espressioni della vita della parrocchia. Sono valorizzati… e si rendono utili.
Giovanni Carnio