Venerdì 3 novembre Benito Pippo Garbisa, il bagnino più anziano d’Italia con un brevetto di salvamento tuttora in corso di validità, ha festeggiato al Lido i 90 anni.
Di questi ben 75 trascorsi di vedetta, ogni estate a partire dal 1949, anno in cui prese servizio nella spiaggia di famiglia. Un compleanno festeggiato con amici e parenti con una cena al ristorante dell’aeroporto “Giovanni Nicelli” di San Nicolò. «Ho ricevuto attestati e decorazioni da tutta Italia e anche a livello europeo – ha raccontato Pippo – arrivato alla mia età però avrei piacere che la mia attività venisse posta all’attenzione del governatore Zaia, che non ho mai avuto il piacere di incontrare, e che mi manca tra le tante personalità che in questi anni di servizio ho avuto l’onore di conoscere. E’ un mio desiderio, non per vanagloria, ma perché tutto quello che nel mio piccolo sono riuscito a fare, l’ho realizzato perché porto nel cuore il Veneto, la mia regione, e Venezia, la mia amata città».
Garbisa ha raccontato di aver portato a termine, nel suo lungo e onorato servizio, ben 60 salvataggi, tutti certificati, l’ultimo dei quali nel 2014, all’età di 81 anni, ultimo anno di gestione della sua famiglia della spiaggia “Eurotel” del Lido. Oggi si dedica ancora al servizio nelle spiagge libere e ai Murazzi, anche se con minor costanza, visto che l’età consiglia anche un maggiore riposo. La passione però è sempre quella di un bambino e nelle lunghe passeggiate ai Murazzi trasmette i “segreti” del mestiere al nipotino, che ha la sua stessa passione per i salvataggi. «Ricordo – aveva raccontato Pippo Garbisa a Gente Veneta in un’intervista l’estate scorsa – negli anni ’60, due fratelli di Loreggia che riuscii a raggiungere, soccorrere e salvare sul mare della spiaggia del “Sorriso”. Anche i medici li davano per spacciati. Dopo il salvataggio, andai a trovarli all’ospedale al mare: in corridoio il medico, professor Dalle Vacche non credeva ai suoi occhi e mi fece i complimenti. Ma essere bagnino non significa solo salvataggi, significa anche attenzione alle piccole cose. Essere pronti e attenti agli altri».
Lorenzo Mayer