«L’obbligo vaccinale è un criterio adeguato». Lo dicono, in una lettera indirizzata al presidente della regione Veneto Luca Zaia, Maurizio Scassola, vicepresidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, oltre che Consigliere dell’Ordine di Venezia, e Giovanni Leoni, attuale Presidente dell’Ordine dei medici della Provincia di Venezia.
«La nostra regione – scrivono – gode ancora i frutti di politiche attente ed oculate, che hanno mantenuti alti, grazie al convincimento della popolazione, i livelli di copertura vaccinale. Ma non possiamo dormire sugli allori, né permetterci di ragionare sulla nostra esperienza territoriale. Non possiamo dimenticare che il Veneto è una Regione che ha una vocazione di accoglienza, e non solo in senso turistico ma anche di flussi migratori. Dobbiamo pensare non su scala locale, ma nazionale, europea, globale».
Scassola e Leoni lo sottolineano: «Non possiamo permetterci coperture a macchia di leopardo, l’85% su un territorio, il 95% su quello vicino, perché questo ci esporrebbe al rischio di epidemie, mettendo a repentaglio la salute dei singoli e della collettività, diritti che entrambi sono tutelati dalle buone politiche vaccinali».
Perciò i due medici, pur riconoscendo le difficoltà di gestione di un meccanismo complesso, concludono: «Siamo d’accordo sul fatto che l’aspetto organizzativo ha avuto un’accelerazione repentina, che rischia di creare difficoltà. Ma una moratoria di due anni, anche se nata dal lodevole intento di venire incontro alle famiglie, rischia invece di creare un territorio a due velocità, facendo perdere ai nostri cittadini parte di quello che avevano guadagnato in termini di salute e prevenzione.
Quello che dobbiamo fare, ancora una volta, è parlare con le persone, con i genitori, con le famiglie, comunicare con loro e convincerli. Noi medici, se lo vorrà, saremo al suo fianco in quest’opera di vicinanza, di informazione e di educazione, come sempre lo siamo stati».