«Un premio inaspettato, una carezza che mi fa molto piacere». Salvatore Coco da 32 anni affronta a viso aperto la sclerosi multipla ed è soprattutto un grande entusiasta, innamorato della vita. Vicepresidente provinciale dell’Aism di Venezia, responsabile del gruppo operativo Aism del Lido, è impegnato in prima persona nelle attività di volontariato a sostegno delle fragilità del territorio. La Scuola Grande di San Teodoro ha pensato a lui per assegnare il suo Premio annuale che gli verrà conferito lunedì 6 novembre alle ore 18. Il programma prevede, dopo il corteo processionale, la Santa Messa celebrata nella chiesa di San Salvador e presieduta da don Orlando Barbaro e poi la consegna del Premio San Teodoro dalla Guardiana Grande Roberta Di Mambro.
«Un premio in denaro – spiega Coco – che sarà destinato alla beneficenza e, in particolare, ho deciso di dedicarla a sostegno delle numerosissime attività che il “guerriero” Giovanni Galifi porta avanti per il Lido, per Venezia e per il territorio. Vorrei dedicare questo riconoscimento a mia sorella Graziella, scomparsa prematuramente (l’abbiamo ricordata di recente nella preghiera): la portiamo sempre nel cuore. Lei faceva il medico, proprio per cercare di alleviare le sofferenze delle persone. Non posso che pensare anzitutto a lei, in questa occasione, alla mia famiglia e a tutte le persone che mi hanno sostenuto e accompagnato».
La fortuna della fede. Quella di Salvatore è una bella storia di vita e di fede, pur nelle difficoltà che non mancano. «La fede è sempre stata il motore di tutto – racconta – se non ci fosse quella sarebbero guai. La sclerosi multipla è una patologia che, in molti casi, va e viene, scompare e riappare. C’è il mistero del “non capisco”. Per fortuna c’è l’abbraccio della Croce a cui aggrapparsi. Questa è la roccia vera: affidarsi a Lui. Io ho vissuto questo e mi considero fortunato per aver respirato e vissuto questa fede all’interno della mia famiglia. Va portata fuori “sporcandosi le mani” e testimoniando con gesti concreti di aiuto e sostegno, anche a chi non ha avuto la mia fortuna».
La chiave di volta dell’impegno nel servizio al prossimo e al territorio si può riassumere così: «In questi anni la cosa fondamentale che ho imparato è l’importanza di fare rete e di mettersi in rete con le associazioni del territorio. Da soli, a volte, sembra che si faccia più veloce, ma insieme si va sempre più lontano. Farsi rete, ed essere rete. Faccio un piccolo esempio: il pulmino che abbiamo acquistato come Aism, poi lo abbiamo messo a disposizione non solo per le nostre attività, ma per tutti quelli che hanno bisogno». Altra parola chiave: esempio, quello che Salvatore ha sempre dato. «Essere lì in prima persona – prosegue Coco – metterci la faccia. Sia quando si fanno le iniziative con i banchetti per la raccolta fondi, o quando ho fatto da autista, arrivando anche fino a Cesena, per accompagnare chi aveva bisogno di una visita. Le cose partono anzitutto da noi. Poi se ci sei e la proposta è valida gli altri ti vengono dietro. Ma tu devi, per primo, metterti in moto».
La mente è sempre in movimento, anche grazie al lavoro. «Ho avuto la fortuna di trovare un datore di lavoro come la società “Venis spa” – conclude Salvatore Coco – che mi ha dato la possibilità di impiego con il telelavoro, ringrazio per questo anche un gruppo di colleghi fantastici. E’ importantissimo anche curarsi ad alto livello, cercare l’eccellenza. E poi i giovani della parrocchia: l’impegno pastorale con i ragazzi mi dà molta energia. Ogni anno dedico due settimane al servizio con e per i ragazzi nei campi scuola della Collaborazione pastorale. Do ripetizioni di matematica e fisica e questo mi consente di stare sempre al passo con i giovani e di essere aggiornato».
Lorenzo Mayer