Nove morti in meno, sulle strade del Veneziano, nel corso del 2022 rispetto all’anno prima.
Anche se basta un caso mortale perché sia una tragedia, i dati sugli incidenti stradali accaduti l’anno scorso parlano di un miglioramento. Lo sottolinea l’Automobil Club di Venezia, che ha elaborato le statistiche e le ha rese pubbliche.
La vittime, appunto, sono scese da 60 a 51. Un calo ancor più significativo se paragonato al dato del 2019, anno scelto come riferimento per l’obiettivo 2030 (ridurre del 50% il numero di incidenti e vittime). La provincia di Venezia è a livello nazionale tra quelle che maggiormente si distinguono in tal senso con un calo di 16 decessi, insieme a Brescia (-20), Modena (-17), Forlì-Cesena (-16).
“Anche se il prossimo anno il rapporto sarà inficiato dai 21 morti registrati in un unico incidente, quello di pochi giorni fa sul cavalcavia di Mestre, dobbiamo guardare con fiducia a questa riduzione della mortalità lungo le strade della nostra provincia – osserva il presidente di Ac Venezia Giorgio Capuis – confidando anche sulla recente stretta voluta dal Governo al Codice stradale in vigore”.
L’annuale Rapporto sugli incidenti stradali nelle 107 province italiane si caratterizza per alcuni dati relativi alla mobilità dolce: vittime in forte crescita tra monopattini (+77,8% in Italia) e bici elettriche (+53,8%). In provincia, nel 2022, si sono registrati 8 ciclisti morti, come a Milano e Ravenna (in testa alla triste classifica la provincia di Padova con 10). Guardando al numero di incidenti, 13 sono stati quelli che hanno coinvolto un monopattino elettrico, 31 la bicicletta elettrica con 1 morto sulle strade della provincia.
La classe d’età che ha fatto segnare il maggior numero di decessi è quella oltre 65 (15), seguita dalla fascia 30-54 anni (14).
Ancora una volta il capoluogo fa segnare il maggior numero di morti (8), seguito da Chioggia (7), Noventa di Piave e Portogruaro (con 4).
Le strade dove si muore di più sono quelle fuori dai centri abitati: provinciali, regionali o statali fanno segnare 22 morti. Seguite dalle strade urbane con 14 morti. Il tasso di mortalità e l’indice di gravità (calcolati tenendo conto del numero di morti rispetto alla lunghezza del tratto di strada e del numero di mortali rispetto al totale degli incidenti), vedono sempre l’autostrada come la più pericolosa.
A differenza degli anni precedenti, che avevano visto i mesi estivi registrare il maggior numero di incidenti mortali, nel 2022 i mesi con più decessi sulle strade sono stati ottobre (11) e maggio (8). Mentre i giorni più funesti sono stati il martedì (11) e il venerdì (14). La fascia oraria più critica risulta essere stata quella tra le 14 e le 17, con 21 sui 51 morti.
Infine, le circostanze: il maggior numero di incidenti mortali è stato causato dalla velocità, seguito dalla guida distratta. “Qui entra in gioco la responsabilità personale, perché il mancato rispetto dei limiti e delle norme quando si è alla guida di un veicolo – osserva Capuis – spesso finisce con l’essere causa di morte. Insomma, al volante non si scherza e non ci stancheremo mai di dirlo, soprattutto ai più giovani, ai ragazzi a partire dalle scuole. Se l’obiettivo zero morti zero incidenti nel 2050 si allontana, è soprattutto per l’irresponsabilità di molti”.