Il Patriarca Francesco, in questi giorni in cui il tema del fine vita torna fortemente d’attualità, propone la sua riflessione. Eccola.
«Di fronte al momento della morte ritengo, anzitutto, doveroso un atteggiamento di rispetto, peraltro dovuto sempre ad ogni persona.
Innanzi alla richiesta e alla scelta di essere aiutati a morire seguendo la strada del suicidio assistito – che manifesta una precisa e caratterizzata visione dell’uomo, della vita, della libertà e delle relazioni sociali – sarebbe bene piuttosto indicare con chiarezza la via di chi accompagna e si lascia accompagnare, fino all’ultimo momento, attraverso gli strumenti e le accresciute possibilità oggi offerte dalle cure palliative, da sostenere e incentivare sempre più, e in grado di gestire efficacemente la soglia del dolore. Esse costituiscono un metodo dignitoso ed eticamente percorribile perché orientato decisamente alla centralità della persona e ad un’attenta relazione di cura.
Faccio, perciò, mie le parole di Papa Francesco: “Dobbiamo accompagnare alla morte, ma non provocare la morte o aiutare qualsiasi forma di suicidio. La vita è un diritto, non la morte, la quale va accolta, non somministrata. E questo principio etico riguarda tutti, non solo i cristiani o i credenti” (Papa Francesco, Udienza generale del 9 febbraio 2022)».