«Non sarebbe Azione Cattolica se, al ritorno da un camposcuola, non ci sentissimo “trasformati” almeno un po’: vivere assieme una settimana come questa, nello stile di Ac, è un’occasione unica di crescita non solo cristiana ma anche umana».
Lo sottolineano gli educatori – Chiara P., Chiara S., Elisa, Ilaria, Nicola e Sara – al termine del campo scuola diocesano di Acr, tenutosi dal 15 al 22 luglio scorsi: «In un mondo intriso di tecnologie, come quello di oggi, in cui i ragazzi sono abituati a passare molto del loro tempo libero davanti ad un computer o ad un cellulare, non si poteva scegliere un tema migliore: l’enciclica “Laudato si’”. Accompagnati dalla figura di San Francesco d’Assisi e dalle parole scritte da Papa Francesco nell’enciclica, abbiamo riscoperto la bellezza del Creato. La semplicità (intesa come distacco da tutto ciò che può essere considerato superfluo), l’essere immersi nel verde delle montagne a giocare in compagnia o a riflettere assieme, hanno sicuramente stimolato tutti noi (educatori e ragazzi) a costruire dei legami saldi e genuini».
Amicizia, comunione e condivisione: sono solo tre dei concetti che meglio si addicono ad un’esperienza come questa. Durante un camposcuola, infatti, si diventa quasi una famiglia che abita sotto lo stesso tetto, in una “piccola casa comune”, dove si ha l’opportunità di crescere nella preghiera, nel rapporto con gli altri e con Dio.
«L’ambiente che ci circondava – proseguono gli educatori – e le persone che ci sono state affiancate, ci hanno fatto provare “stupore” per il creato; Dio ci dà dei doni stupendi per i quali dovremmo “lodarLo” (forse) un po’ di più».
Tornati a casa, alla vita di tutti i giorni, «sentiamo quasi la necessità di raccontare a chi ci circonda quanto abbiamo vissuto. È il nostro “mandato”: condividere la gioia, i tanti sorrisi e l’entusiasmo che da sempre contraddistinguono l’essere parte di un associazione come l’Azione Cattolica. Sembrerà banale ma abbiamo voglia di essere di Ac anche una volta tornati a casa!».
«Possiamo solo ringraziare – conclude la testimonianza conclusiva del campo – la presenza costante del Signore, forza motore di questo nostro cammino. Lui, non solo ci ha messo in mano ognuno di questi 37 ragazzi di prima e seconda media, ma ci ha dato l’opportunità di creare con loro dei legami duraturi che, se coltivati con cura, faranno crescere sicuramente dei bellissimi frutti! Educare i ragazzi è un dare e ricevere continuo e noi educatori siamo onorati di metterci in gioco ogni anno nuovamente».