La prima candelina oltre i cento anni, martedì 20 giugno, è stata spenta dalla signora Rosina Marangon, vedova Costa, circondata dai suoi tre figli: Tarcisio, Flavio e Sandra (l’altra figlia Anna Flavia è purtroppo deceduta in giovane età).
La signora Rosina dal 1959, anno in cui si è trasferita a Marghera con la sua famiglia, e fino alla chiusura per la pandemia ha partecipato attivamente alla vita comunitaria della parrocchia di S. Michele di Marghera, nel cui territorio abita.
Fino a pochi anni fa aiutava con le sue amiche nelle pulizie della chiesa e faceva parte attiva del gruppo missionario, confezionando vestitini e collaborando con l’apposito mercatino e con la pesca di beneficenza.
Un modello di longevità in buona salute, il cui segreto non è poi tanto segreto: una vita sana e…: In famiglia si è sempre mangiato pesce, poca carne e tanta verdura».
Sempre presente alla Messa, non faceva mancare il suo apporto per organizzare la recita del Rosario nelle case. Originaria di Cavanella D’Adige (una frazione del comune di Chioggia), dove è nata il 20 giugno 1922, la signora Rosina risponde direttamente alle domande dell’intervista, ricordando quando la nonna Rosa, di cui porta il nome, alla sera guidava in casa la recita del Rosario per i 24 componenti della famiglia, tra cui 6 figli e 12 nipoti, o alla mattina conduceva tutti alla Messa delle ore 8, mentre il nonno e gli altri che dovevano lavorare nei campi andavano alla prima Messa, quella delle sei. E adesso, da casa, tutti i giorni ascolta la Messa e il Rosario trasmessi dal Santuario di Padre Pio di San Giovanni Rotondo, mentre ogni domenica riceve la Comunione a casa.
«Una bella testimone di fede, insieme a suo marito Rino, morto nel 2011 – commenta il parroco don Roberto Berton – una coppia che ha edificato la comunità».
Gino Cintolo