Venezia non è solo una città d’arte ma anche uno scrigno di biodiversità. Sono stati osservati nella Laguna di Venezia ben 360 specie diverse di uccelli su 550 specie che si possono trovare in Italia.
«Negli ultimi 20 anni ci sono stati molti cambiamenti nell’avifauna della Laguna», inizia Mauro Bon, ornitologo del Museo di Storia Naturale di Venezia. «Il fenicottero, ad esempio, è diventato frequente da osservare. Anche l’airone guardabuoi è ormai un abitante della Laguna. È tipico delle zone tropicali, ma con il riscaldamento globale oggi ha trovato temperature che gli permettono di vivere alla nostra latitudine riuscendo anche a nidificare».
Tra i volatili arrivati da lontano c’è l’ibis sacro, che con il suo particolare becco arcuato, è facile da riconoscere mentre cerca piccoli molluschi nelle secche accanto ai gabbiani, aironi e piccoli uccelli. L’airone rosso invece aveva nella Laguna di Venezia la più vasta colonia in Italia. Oggi è diminuito fortemente. Sono ormai difficili da vedere anche la spatola e l’oca lombardella.
La Laguna di Venezia è una delle più vaste zone umide d’Europa tutelata come sito della rete ecologica europea Natura 2000, segnalata nella lista delle zone protette dalla Convenzione Ramsar per la tutela internazionale delle zone umide.
Una bellezza messa a disposizione dalla natura che Mauro Bon responsabile della ricerca e divulgazione scientifica del Museo di Storia Naturale, Francesco Scarton di SELC Soc. Coop. ed Emanuele Stival di Venezia Birdwatching, hanno voluto presentare nella loro nuova pubblicazione “Birdwatching in laguna di Venezia”, edito da Mare di Carta, presentato giovedì 25 aprile scorso al Museo di Storia Naturale di Venezia Giancarlo Ligabue.
Nel testo vengono descritti vari itinerari per tutte le età, che consentono una facile fruizione delle bellezze della nostra Laguna tra i vari ambienti che la costituiscono e i volatili che la abitano. La pratica del birdwatching significa anche condurre un’attività rilassante e salutare che può avere una funzione educativa alla tutela e al rispetto per la natura. Il libro è il primo di questo genere sulla Laguna di Venezia e contiene 18 percorsi di semplice approccio, 16 dei quali accessibili via terra e 2 per cui è richiesto l’utilizzo di una barca. Per andare incontro alle esigenze di tutti, le lunghezze degli itinerari vanno da un paio di ore a tutta la giornata. A piedi o in bicicletta ci sono molte possibilità di scelta tra Jesolo, Chioggia, l’Oasi di Valle Averto, il Parco di San Giuliano e la Laguna di Tessera ecc.
Nel libro sono inserite 60 schede con gli uccelli più iconici della Laguna, in cui si possono trovare brevi descrizioni e le foto degli uccelli da individuare, divisi per ambiente di appartenenza.
«Questo libro – afferma Bon – è anche un invito a un turismo più sostenibile e propone Venezia non da un punto di vista artistico, ma naturalistico. C’è la possibilità di vedere gli ambienti che compongono la Laguna e la loro fauna. Ad esempio l’habitat a canneto, oggetto anche del progetto Life Lagoon Refersh, che è particolarmente delicato e in questi anni di siccità è stato molto colpito dal cuneo salino. Il canneto è un ambiente salmastro che necessita di continui apporti di acqua dolce. Qui si nasconde uno degli uccelli più difficili da individuare per via del suo mimetismo, il tarabuso. Il suo colore marrone, con delle strisce verticali, lo rende molto simile all’ambiente a canneto nel quale vive».
Conoscere per tutelare, vedere per capire la fragilità dell’ecosistema Laguna, sono sicuramente delle azioni che verranno facilitate da una più ampia frequentazione.
Maria Giovanna Romanelli