Passione, serietà e capacità. Sono questi tre semplici ingredienti a decretare il successo del Cantiere Nautico Tagliapietra, capitanato ancora dal fondatore, il maestro d’ascia Dino Tagliapietra.
Una tradizione lunga quasi 50 anni, capace di rinnovarsi nel tempo continuando a promuovere e sviluppare la tradizione cantieristica veneziana. Fondato nel 1976, il cantiere oggi è portato avanti, sempre sotto la supervisione di Dino, dai figli Andrea e Luca. Inoltre da pochi mesi il nipote Andrea di 19 anni, che di fatto rappresenta la terza generazione, ha iniziato a lavorare in azienda e sta imparando il mestiere. Sono inoltre 16 i dipendenti, un buon numero se si considera che oggi è sempre più difficile trovare manodopera in questo campo.
Il cantiere nautico è tra i pochi rimasti in città in grado di realizzare barche interamente in legno con materiali di qualità secondo una lavorazione tradizionale, ma allo stesso tempo moderna. Una passione quella per la nautica che ha radici lontane: «Quando ho deciso di aprire il cantiere – racconta Tagliapietra – avevo 33 anni, ma era dal ’57 che lavoravo nella cantieristica. All’età di 14 anni ho iniziato come dipendente in un cantiere nautico, seguendo le orme di mio padre, ma avevo già voglia di mettermi in proprio e creare qualcosa di mio».
L’attività aprì a Castello per poi nell’83 trasferirsi alla Giudecca, dove nel ‘99 trovò la sede odierna negli spazi del Consorzio cantieristica Minore Veneziana di cui Dino Tagliapietra è socio fondatore.
Ogni barca creata è un unicum. Specialità del cantiere infatti è creare barche su misura secondo le richieste dei clienti: privati, diportisti, tassisti ed enti.
«Di solito realizziamo due barche all’anno, non di più perché lavoriamo su una fascia di nicchia ed è molto impegnativo», spiega il maestro d’ascia. «Seguiamo le richieste dei clienti senza nessuna preclusione, dalla barca a remi a quelle lunghe 20 metri. Abbiamo un’officina che funziona bene e l’esperienza e la capacità per affrontare qualsiasi problema, sia per la parte di cantieristica che per la meccanica e la motoristica».
Oltre a realizzare le barche fin dalla progettazione, il cantiere offre anche un servizio di manutenzione per barche in legno e anche in vetroresina come oggi richiede il mercato: «Ripariamo, pitturiamo, verniciamo e ci occupiamo delle parti meccaniche». Attualmente in cantiere è in via di realizzazione una baleniera che andrà messa a poppa della nave scuola Amerigo Vespucci, progettata a partire da disegni del 1902 che sono stati forniti dagli archivi della Marina Militare. «La barca fatta con sei tipi di legno, principalmente larice, con fasciame sia inclinato che longitudinale, chiodi di rame ribattuti e colonnine decorative. Ci vorranno ancora due mesi di lavoro» dice Tagliapietra, spiegando che per questa imbarcazione ci sta lavorando principalmente Omar, un giovane dipendente che è stato suo allievo ed ormai è in ditta da otto anni.
Ora il cantiere realizza anche barche elettriche: «Abbiamo appena finito un runaboat per un privato che andrà sul lago di Como. La nautica però non è al punto delle macchine, è ancora più complicato trovare punti di ricarica e l’autonomia è ancora molto limitata: andando ad una velocità di 8 nodi si arriva a circa 4 ore di utilizzo».
Tra le barche in riparazione, attualmente gli artigiani stanno rifacendo coperta, cabina e interni della barca a vela che è stata protagonista del film di 007 “Casino Royale”. Alcune tra le più importanti barche realizzate dalla ditta sono state un tender costruito per l’ex yacht di Onassis, una barca di alta rappresentanza per la Vespucci, e una barca realizzata 30 anni fa per Imbersago sul fiume Adda, su un progetto di Leonardo Da Vinci. Quest’ultima con due scafi appaiati tutt’oggi trasporta macchine e persone tra le due sponde e, anziché usare un motore, sfrutta la corrente del fiume.
Francesca Catalano