Navigare tra le incantevoli isole della laguna di Venezia è come immergersi in un mondo di meraviglie sconosciute. Gianluca Marcon, navigatore appassionato, e autore del libro “Venezia in barca. Come sopravvivere fra le isole della laguna” edito per i tipi di Mare di Carta, guida attraverso un viaggio unico e avvincente.
Un libro che è la testimonianza di anni di esplorazioni, un invito a scoprire i segreti e i tesori nascosti di uno dei luoghi più affascinanti al mondo. Marcon ci svela le peculiarità di quasi tutte le 70 isole che compongono l’arcipelago lagunare, rivela la sua passione per le isole meno conosciute, offrendo una prospettiva diversa e intrigante. Il volume sarà presentato venerdì 2 giugno alle ore 17 in sala Modelli, alla Tesa 109 dell’Arsenale di Venezia, nell’ambito del Salone nautico 2023.
Gianluca, come ha iniziato a navigare in barca a vela?
Ho iniziato giovanissimo al Collegio Navale Morosini di Venezia e poi ho proseguito frequentando il Centro Velico di Caprera. Da oltre vent’anni faccio lo skipper per l’associazione degli allievi del Centro Velico di Caprera e questo mi ha permesso di navigare un po’ dappertutto, in particolare alle alte latitudini: Islanda, Norvegia, Svezia, Olanda, Scozia. Resto però profondamente legato alla laguna e ci ritorno sempre volentieri, infatti è qui che tengo la mia barca, con la quale continuo a percorrere le acque lagunari.
Perché ha deciso di scrivere questo libro e condividere le sue esperienze di navigazione in laguna?
Da quando ho iniziato a navigare ho sempre avuto con me un taccuino nel quale raccogliere schizzi, disegni e impressioni per fissare nella memoria la mia rotta. Il libro è quindi l’evoluzione di quei primi diari di bordo che ho pubblicato nel corso degli anni sulle riviste di nautica. Mi piace pensare che i miei appunti possano essere utili a chi vuole scoprire questo ambiente così particolare e affascinante.
Quali sono secondo lei gli approdi e gli itinerari meno noti che ha incluso nel volume e che pensa siano particolarmente interessanti?
Ho voluto privilegiare i luoghi meno turistici e nel libro segnalo numerosi approdi al di fuori della marina attrezzati. Personalmente, un’esperienza che ancora mi riempie il cuore è raggiungere a vela Torcello, al tramonto, quando i turisti se ne sono andati e passare la notte nei della basilica.
Nella sua esperienza di velista professionista, quali sono le tecniche di navigazione specifiche che consiglierebbe per muoversi in sicurezza nella laguna, considerando le bricole, le barene e le maree?
Navigare in laguna richiede innanzitutto un’attenzione scrupolosa alle maree, che in certe condizioni possono generare correnti impegnative per le unità a vela o a remi. Per lo stesso motivo anche le tecniche di ormeggio devono essere adattate alle forti escursioni di marea per evitare danni alla propria barca. Inoltre, per chi va a vela, è necessario padroneggiare perfettamente le varie andature, per riuscire a destreggiarsi in sicurezza fra le bricole.
Ci sono consigli pratici o suggerimenti per affrontare le situazioni difficili o impreviste durante la navigazione?
Il libro contiene un’appendice tecnica che tratta in modo approfondito le situazioni peculiari in cui può imbattersi chi naviga in quest’area. Per esempio, è necessario come ho detto, tener conto della situazione delle maree, ma anche sapere come trarsi d’impaccio in caso di incaglio, evento tutt’altro che infrequente in laguna, soprattutto per le unità a vela.
Alla luce della sua esperienza, ha qualche consiglio generale per coloro che intendono avventurarsi in una navigazione nella laguna di Venezia?
Il mio consiglio è di avvicinarsi a questo particolare ambiente in punta di piedi, rispettando non solo l’ecosistema naturale, ma anche le persone che qui vivono e lavorano. In questo modo, si potrà trovare ospitalità e aiuto ovunque nelle isole, scoprendone il carattere più genuino.
Ha qualche aneddoto o esperienza personale che meritano di essere condivisi?
Come si è capito, le esperienze per me più gratificanti nascono dal rapporto con gli abitanti delle isole, che magari ti offrono un posto quando arriva il temporale o ti regalano un pesce appena pescato.
Ci sono leggende o storie popolari che ha incontrato durante la sua ricerca?
Moltissime sono le storie che ancora si raccontano in laguna, leggende che affondano le radici nella storia millenaria della Serenissima e nel mio libro ripercorro volentieri le vicende e i destini di questi luoghi. Fra le più suggestive ricordo la storia macabra che, in varie versioni, si tramanda da generazioni sul Cason dei Sette Morti: sette pescatori che ritrovarono un cadavere in laguna e, sorpresi dalla tempesta, si rifugiarono in un casone. Qui, mentre la polenta cuoceva nel camino, arrivò un bambino affamato. I pescatori gli promisero un pezzo di polenta se fosse riuscito a svegliare il loro compagno, il morto, che dormiva in barca, ma per il finale consiglio di leggere il libro!
Giuseppe Antonio Valletta