«Imprenditrici venete” è stata per me una vera e propria rete di salvezza: mi ha messo in contatto con persone che mi hanno dato i consigli giusti in un momento lavorativo difficile. E mi ha posto davanti a una sfida: quella di rimettermi in piedi, senza perdere la voglia di crescere ed evolvere, perché non esiste un’età in cui si smette di imparare”.
Angela Bisello, consulente di marketing e comunicazione per le imprese ed esperta di formazione e di tutoraggio nell’ambito di progetti comunitari, è entrata a far parte del gruppo Imprenditrici Venete fondato da Giorgia Bonotto nel 2020, poco dopo la sua istituzione. La community, nata su Facebook nel periodo di pandemia Covid19, ha l’obiettivo di offrire sostegno nell’ambito del mantenimento della competitività e dello sviluppo aziendale dell’imprenditoria femminile in Veneto, e da gennaio di quest’anno anche a livello nazionale con la startup innovativa Donne Imprenditrici srl. La Community veneta, dalla quale tutto è nato, conta oggi più di 6.000 imprenditrici, molto attive nel fare squadra.
“Per più di vent’anni ho lavorato come dipendente per una società in house di un ente pubblico, per il quale mi occupavo di marketing, comunicazione e promozione delle piccole e medie imprese all’estero”, spiega Bisello. “Per un periodo poi ho lavorato anche per altri enti, sempre seguendo progetti di comunicazione e poi anche di progettazione comunitaria. Con il Covid, tuttavia, sono rimasta senza lavoro ed è stato allora che Giorgia Bonotto mi ha chiesto una mano per promuovere il gruppo Imprenditrici venete, allora appena nato. Ci ho creduto così tanto che di lì a poco ci sono entrata a pieno titolo, dedicandomi anima e corpo a un progetto che dal punto di vista economico non aveva nessuna copertura. Giorgia, del resto, è una mia cara amica e ho molta stima di lei, è una donna molto determinata e coraggiosa. Per questo ho voluto dare il mio inizialmente piccolo contributo e sono poi entrata nel direttivo di Imprenditrici venete, in cui sono ancora oggi impegnata. Una missione che sento come fondamentale è quella di sensibilizzare sull’importanza delle donne nell’ambito imprenditoriale, su quanto valore possano dare e sulla differenza che possono fare in un contesto sociale e lavorativo”.
Conoscersi, condividere, collaborare e crescere: sono le quattro azioni fondamentali che stanno alla base del gruppo Imprenditrici venete e che Angela Bisello ha abbracciato con entusiasmo. “Alla soglia dei cinquant’anni mi sono trovata a un bivio della mia vita, in cui ho capito che mi sarebbe piaciuto mettere a frutto quello che era il mio background e contestualmente provare anche a crescere. Avevo cercato una nuova occupazione mandando CV in giro, ma dopo un po’ mi sono resa conto che mi sarei dovuta adattare e fare dei passi indietro, cosa che non intendevo fare. Del resto, ho sempre amato tantissimo il mio lavoro, a cui ho dato veramente tanto, pur avendo una famiglia, e volevo a tutti i costi preservare la mia identità di donna lavoratrice. Così ho fatto: dopo essere entrata nel circuito mi sono aperta la partita IVA e ho iniziato l’attività di consulenza nel mio ambito, in cui sentivo di poter fare la differenza. Il gruppo mi ha dato una marcia in più: oltre a darmi la spinta per partire come libera professionista, mi ha dato l’opportunità di conoscere altre donne che stavano vivendo come me un momento complesso, quello del Covid, che ha veramente messo a terra tantissime realtà dal punto di vista lavorativo. Noi donne, non va dimenticato, abbiamo a tutti gli effetti pagato il prezzo più caro della pandemia, come hanno messo anche in rilievo le statistiche”.
Entrare nel circuito di Imprenditrici venete è stato per lei anche un momento di presa di coscienza di se stessa e di abbandono della comfort zone del lavoro sicuro. “Volevo anche trasmettere alle mie figlie un valore importante: quello che lavorare permette di essere libere e di non dipendere da nessuno. Il fatto di mettermi in proprio, avendo alle spalle due decenni di lavoro come dipendente, mi ha fatto poi sperimentare benefici e svantaggi del lavoro da freelance. Così ho rinunciato alla sicurezza dello stipendio a fine mese e alle tutele in caso di malattia o di qualsiasi imprevisto, per abbracciare una nuova dimensione, che mi permette di conciliare meglio lavoro e famiglia e di essere più flessibile. In questo senso ho avuto anche l’esempio dei miei genitori, che seppur in un diverso settore – erano commercianti – sono stati liberi professionisti… L’hanno fatto loro, perché non ce la potevo fare anche io? È così che sono riuscita a dare una svolta alla mia vita e questo mi ha dato e mi dà una soddisfazione immensa”.
Valentina Pinton