Le erbe coltivate in alcune aree di Sant’Erasmo, Mazzorbo e Cavallino Treporti sono la base per fare il miglior liquore italiano.
Lo ha stabilito il Concorso Internazionale di settore tenutosi a Francoforte, che ha attribuito al Bitter MacGuffin il riconoscimento di “Miglior Liquore Italiano” e la medaglia “Grand Gold 2023”.
Si tratta, in effetti, di un prodotto made in Laguna.
«Ci riempie di orgoglio come produttori italiani ma soprattutto come veneziani”, dicono Angelo Zamprotta, coordinatore dei Pubblici Esercizi in centro storico per Confesercenti Metropolitana Venezia Rovigo, e Francesco De Sando, soci della MucGuffin Spirits, azienda veneziana produttrice di distillati e gin. «Dal 2016 creiamo i nostri prodotti valorizzando il territorio; le erbe che usiamo provengono dalla Laguna di Venezia dove abbiamo stretto collaborazioni con alcuni produttori».
Le erbe vengono infatti coltivate in alcune aree di Sant’Erasmo, Mazzorbo e Cavallino Treporti: «La provenienza è un tema importante a cui teniamo in modo particolare: ci affidiamo a professionisti che coltivano, producono, raccolgono piante, fiori ed erbe aromatiche seguendo regole e direttive ben precise così da garantire qualità e continuità senza intaccare l’ecosistema lagunare».
Al momento della raccolta delle diverse erbe, Angelo e Francesco prendono la barca e si recano dai produttori nelle isole per selezionare e raccogliere le specie botaniche e portarle “fresche” in distilleria dove comincia subito il processo di infusione. I due soci si appoggiano a due distillerie che si trovano una nel trevigiano, a Nervesa della Battaglia e l’altra in Trentino, nella Val di Non.
“Ogni raccolto è diverso da quello precedente e di conseguenza la ricetta viene ogni volta ritoccata a seconda delle caratteristiche organolettiche per andare a bilanciare il prodotto – proseguono – Nella maggior parte dei casi il terreno lagunare è poco profondo, in alcuni casi sabbioso, l’acqua è salmastra: queste sono le caratteristiche che rendono unico il nostro terroir e, dunque, le nostre botaniche».