Nelle vesti di prete rock-star, proprio non ci si vede. La prima volta che uscì la notizia che era proprio lui l’autore di tutte le canzoni delle colonne sonore dei primi Grest diocesani, si arrabbiò con chi aveva spifferato il segreto. La vera passione però, si sa, non si smentisce col tempo e così la sua vocazione è emersa, la scorsa domenica, ancora una volta alla ribalta suo malgrado.
Dopo oltre 200 canzoni già composte, don Fabio Mattiuzzi oggi parroco della comunità del Sacro Cuore di Mestre ci è riuscito di nuovo: ha composto dodici brani questa volta per la messa, racchiuse nella raccolta “In te la mia gioia”. Una spontanea trasmissione di fede secondo quanto gli suggeriva la testa e anche un po’ il cuore: attraverso la musica.
La presentazione ufficiale si è tenuta la scorsa domenica presso il Teatro Kolbe, da poco restaurato dalla parrocchia. «I dodici brani sono una piccola cosa, non ne avevo parlato con nessuno fino alla scorsa settimana», sfugge ancora lui.
Eppure proprio non ce la fa, don Fabio, a rinunciare al canto, alla preghiera che ti entra dentro con il ritmo e non esce più, sin da quando si è bambini. Lui che, per i brani dei grest rivolti ai ragazzi, accennava alle melodie fischiettandole perché altri le potessero trascrivere in note. Con lui, collaboratori di quest’avventura musicale, gli amici di sempre: Nicola Albano, Sara Lucca e Marco Rossetti, e i bambini della parrocchia del Sacro Cuore. «No, I brani non li suoniamo ancora in chiesa. E non c’è stata poi una vera e propria pubblicazione. Rappresentano – spiega don Fabio – solo quel che io sento, il mio modo di intendere la preghiera durante la messa, la mia piccola parte per quel che può essere utile. E se qualcuno ci sarà, di interessato, potrà richiedere a me direttamente l’Mp3».
Niente diritti in campo, dunque per don Fabio, né pompose presentazioni. Solo la musica, spontanea ed empatica, come già da tempo esce dal suo fischiettio e che ora è stata pensata per accompagnare la messa. «La musica è importante, aiuta a pregare – sottolinea – cantare a messa è un’espressione bella dell’amore di Dio».
Maria Paola Scaramuzza
Don Fabio Mattiuzzi: «I miei canti? Solo una spontanea trasmissione della fede»
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