«Siamo in un’epoca in cui una mancata attenzione per l’ambiente favorisce lo scatenarsi di questi eventi: bombe d’acqua e tornado. Il modo con cui l’uomo gestisce l’ambiente favorisce le sperequazioni atmosferiche che poi portano a queste esplosioni violente, brevissime ma devastanti». Il Patriarca legge così il retroscena del fortunale che ha creato danni e paura in una vasta fetta del Veneziano, il 9 agosto scorso.
In particolare a Cavallino-Treporti, i danni a cose e persone sono stati ingenti. Venti forti e pioggia a catinelle hanno rovesciato automobili, divelto alberi, danneggiato bungalow e strutture mobili di camping, devastato serre. Tre i feriti gravi, una quindicina quelli lievi: per la gran parte turisti.
Il Patriarca si è recato lunedì 14 proprio a Cavallino-Treporti. Ha visitato i luoghi colpiti dal fortissimo temporale, ha incontrato le istituzioni e le persone del luogo. Ha ricordato di aver già vissuto, da vescovo, un dramma del genere: nel 2011 Spezia, Sarzana e in altre realtà delle Cinque Terre, colpite da un evento atmosferico forse anche più grave (ci furono alcuni morti).
«Ho impressione – afferma mons. Moraglia – che in queste situazione, che non vorremmo vivere, esca fuori qualcosa di buono: un modo nuovo di relazionarsi, di mettere in comune le difficoltà, forse anche di superare delle incomprensioni fra vicini e persone che vivono nello stesso territorio. Di fronte all’essenziale, si tira fuori il meglio».
Da ciò il grazie del Patriarca Francesco «a tutti coloro che si sono rimboccati le maniche. E che hanno saputo dire una parola di incoraggiamento a chi in quel momento era più in difficoltà».
Un ringraziamento che unisce i carabinieri, i vigili del fuoco, la polizia locale, la protezione civile, i parroci… «E il volontariato: in Veneto abbiamo una grande tradizione di volontariato. Lo dico per la grande esperienza che ho avuto in Liguria. La grande capacità di intervento del volontariato veneto e triveneto ha fatto scuola: i volontari, nel 2011, hanno saputo intervenire presto, bene e hanno saputo rimanere nel territorio anche dopo la prima emergenza. Perché quando ci sono i media che hanno lo sguardo puntato è facile dare una mano; poi, però, passano le giornate e le settimane e all’emergenza segue l’esigenza della ricostruzione. Un evento simile, in una zona come questa di grande attività turistica, a Cavallino-Treporti, può significare una stagione compromessa per tante famiglie. Perciò il mio auspicio è che venga gestita bene anche la ricostruzione, affinché questa località sia in grado, entro breve tempo, di offrire di nuovo quell’accoglienza che l’ha resa rinomata nel mondo».
L’attenzione del Patriarca torna poi alle situazioni e alle scelte che stanno dietro – sia pure in un contesto ampio – a eventi drammatici dal punto di vista climatico e atmosferico: «Penso che l’enciclica di Papa Francesco Laudato si’ ci abbia messo di fronte a una responsabilità, che già Benedetto XVI aveva sottolineato. E dà tristezza che, a livello internazionale, specialmente quei Paesi che per forza propria inquinano più di altri, fatichino a capire che un investimento per il futuro è prevenire, per non dover intervenire successivamente». Il riferimento alle scelte recenti, in particolare degli Stati Uniti, è evidente.
Il Patriarca si è poi recato a Casa Maria Assunta, sempre a Cavallino-Treporti, per visitare la struttura utilizzata dalla Diocesi per gli incontri spirituali e formativi, celebrarvi la Messa e prendere conoscenza anche lì dei danni subiti per il fortunale.