Circa 6 mila lavoratori impiegati durante la stagione estiva dei quali, però, ad oggi mancano all’appello poco più del 30%. Sono i numeri dei lavoratori stagionali occupati nei 370 hotel di Jesolo, la cui carenza di manodopera continua a farsi sentire.
E senza lavoratori, garantire servizi e standard qualitativi è sempre più difficile. Ed è per questo che l’Associazione jesolana albergatori ha avviato nelle ultime settimane precise azioni per favorire l’assunzione di nuovi dipendenti; qualche timido segnale c’è stato ma i numeri rischiano comunque di non bastare. Si guarda perciò anche verso l’estero, anche nell’extra Ue come i paesi del nord Africa e verso il Bangladesh, paese quest’ultimo che da anni rappresenta una risorsa importante per le attività turistiche dell’intera costa.
Un portale per far incontrare domanda e offerta. Ma andando con ordine, vanno ricordate le azioni avviate da Aja, primo fra tutti il doppio filone strategico, rivolto al recruiting di lavoratori stagionali: un sito dedicato ed una campagna di “marketing territoriale” denominata “Lavorare a Jesolo, il mare delle opportunità”. Con www.lavorareajesolo.it i lavoratori possono entrare direttamente in contatto con la città, inviando i loro curricula, che saranno aggiornati di settimana in settimana. Attraverso questo portale vengono evidenziate le professionalità richieste, ma anche le opportunità offerte ai potenziali collaboratori: dalla crescita professionale alla possibilità di alloggio. La campagna di comunicazione riguarda i social ed i mezzi radiofonici e sono tesi a evidenziare tutti i vantaggi di lavorare a Jesolo. «I primi riscontri ci sono stati – spiega Pierfrancesco Contarini, presidente di Aja – in meno di un mese abbiamo raccolto 500 curricula, i nostri soci hanno avuto diversi contatti: è vero, manca ancora una buona fetta di personale ma i colloqui sono attualmente in corso». È stata fatta poi la scelta di creare la prima foresteria al servizio dei soci Aja, individuando una struttura alberghiera per ospitare i dipendenti degli alberghi della città. L’accordo è stato raggiunto con la famiglia Cortese, proprietaria dell’hotel El Paso di piazza Torino che prevede il suo utilizzo per il personale di altri alberghi: 33 le camere disponibili, 20 quelle già affittate. «Come detto i colloqui sono ancora in corso – prosegue Contarini – quindi un albergatore, prima di affittare una camera per tutta l’estate, aspetta di capire se avrà davvero la necessità di quella camera. E’ altrettanto ovvio che una foresteria non basterà: sempre più spesso assumiamo lavoratori che arrivano da fuori Regione e che hanno bisogno di un alloggio, serviranno altre strutture simili, ma intanto abbiamo avviato un percorso».
Il freno della burocrazia. E si guarda anche all’estero, con il decreto flussi 2023 che fissa a 82.705 unità la quota annuale prevista (in aumento rispetto al passato) di cui 44mila per il lavoro stagionale. «L’aumento delle quote è una buona notizia – conclude il presidente degli albergatori – il problema è la burocrazia: oggi se provo ad assumere un lavoratore extra Ue con il decreto flussi mi arriverà al lavoro tra luglio e agosto: è impensabile. La procedura va snellita e vanno alzate anche le quote, per esempio verso l’Egitto, dove ci sono molte persone legate al turismo che verrebbero molto volentieri a lavorare in Italia».
Giuseppe Babbo