«Non ci aspettavamo tutto questo interesse!».
Potremmo sintetizzare così le prime impressioni di lunedì 6 marzo, presso il Centro Scalzi, quando si è tenuto il primo (con una presenza considerevole) di una serie di tre incontri con cui la Pastorale Universitaria vuole dare l’occasione di scoprire aspetti meno noti di G. K. Chesterton, C. S. Lewis e J.R.R. Tolkien. Già celeberrimi per i loro scritti, i tre autori offrono degli spunti di riflessione affatto trascurabili anche per le loro testimonianze cristiane. Tra i destinatari, non solo giovani universitari appassionati o che abbiano scelto di dedicare la loro carriera accademica alla letteratura, ma anche i collaboratori di Ufficio Evangelizzazione e Catechesi e Pastorale scolastica di Venezia.
Condotto da padre Pier Giorgio Galassi, OP, il primo incontro, intitolato “Il Paese delle fate esiste! Provocazioni a Partire da G. K. Chesterton” ha presentato lo scrittore riflettendo principalmente su Ortodossia, opera del 1908 che riassume in meno di duecento pagine i principali tratti del pensiero dell’autore e la sua idea di un “paese delle fate”, che non è una sorta di evasione dalla realtà, ma un invito, scoprendo il valore del senso comune, a guardare alla realtà nel modo più naturale possibile, cioè lasciandosi meravigliare. Da qui un inno alla “religione della gioia”, che è il cristianesimo.
La trilogia proseguirà, poi, lunedì prossimo, 13 marzo, grazie ad Adolfo Scandurra, OCD, che condurrà l’incontro dal titolo “C.S. Lewis, tra fantasy e Vangelo”, in cui indagherà il pensiero dell’autore e la sua risposta alla domanda: qual è l’essenza del cristianesimo?
Il ciclo si concluderà il 20 marzo con l’intervento di Anton Varaniuk, OFMCap dal titolo “Lacrime di gioia. Tolkien J. R. R. e il suo mondo”, che presenterà la più celebre opera dell’autore Il signore degli Anelli in una chiave di lettura cristiana.
Anna Laura Rossi
Tre scrittori inglesi e la loro fede: un incontro al Centro Scalzi a Venezia
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