Si è svolta questa mattina l’inaugurazione del diciottesimo anno accademico della Facoltà teologica del Triveneto. A tenere la prolusione è stato il prof. Adriano Pessina, ordinario di Filosofia morale all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, che ha affrontato un tema di stretta attualità: “Intelligenza artificiale e condizione umana. Questioni aperte”. Le tecnologie dell’informazione e della comunicazione hanno cambiato i nostri stili di vita: la dimensione onlife descrive una condizione umana in cui i confini della realtà sono dilatati dagli spazi informazionali della rete. La nostra autonomia tecnologica però è l’altra faccia di una dipendenza: l’essere oggetto di una quotidiana classificazione, che monitora ogni nostra pur minima attività, trasformandoci in una invisibile merce di scambio, che alimenta il processo economico che ci fa godere della presunta gratuità della rete. «Ogni delega tecnologica – ha affermato Adriano Pessina – è una delega a qualcuno che si trova altrove e segna una nuova forma di sottile e pervasiva eteronomia». Il dibattito sulle fake news e sulla post-verità «ci ha fatto capire di essere molto più creduli di quanto avremmo immaginato nell’epoca della pretesa emancipazione culturale da ogni forma di autorità e potere». L’altrove, appunto, è stato il filo conduttore del ragionamento: «La nostra esperienza umana è sempre più condizionata dall’irrompere nella nostra vita di ciò che è altrove. La continua presenza di ciò che assente è, oramai, la cifra della silenziosa trasformazione del nostro vivere».
Anche il Patriarca Francesco Moraglia, gran cancelliere della Facoltà, ha dedicato il suo intervento all’intelligenza artificiale: «Il tema dell’intelligenza artificiale, con le sue conseguenze ed applicazioni sulla condizione umana, sempre più attraversa e tocca la nostra vita. Emerge con forza la questione “etica”: chi fornisce alle macchine, agli strumenti tecnologici, non solo le informazioni necessarie ma anche i criteri e le impostazioni di fondo attraverso cui assumere le decisioni, prendere una strada piuttosto che un’altra, scegliere una soluzione o scartarne un’altra? E ancora: quali sono i riferimenti etici – primi ed ultimi, ossia fondativi – che vi saranno immessi? Accanto alle grandi potenzialità che lo sviluppo dell’intelligenza umana porta con sé si ripresenta, nello stesso tempo, un rischio che non è nuovo ma che, da alcuni decenni, si ripropone alla nostra civiltà e cultura, in particolare occidentale».
Il preside, prof. Andrea Toniolo, ha proposto la relazione annuale sulla vita della Facoltà, che nell’anno accademico in corso conta 1586 studenti e studentesse (lo scorso anno erano 1638) tra la sede di Padova e i 12 Istituti collegati nel Triveneto (7 Istituti superiori di Scienze religiose e 5 Istituti teologici affiliati – questi ultimi riservati alla formazione dei seminaristi). «Il numero degli iscritti – ha spiegato il preside – si attesta sostanzialmente su quello dell’anno precedente, con un leggero calo, dovuto alla riduzione non dei laici ma soprattutto dei seminaristi diocesani (in tutto il Triveneto sono attualmente 142, quasi 30 in meno di due anni fa). La maggioranza dei nostri studenti sono laici, che studiano teologia e scienze religiose per interesse personale, per il desiderio di conoscere la verità di fede, per il servizio pastorale, molti come investimento professionale, in vista dell’insegnamento della religione, di cui c’è ancora grande bisogno, o sperando in altre professioni nel campo sociale, della comunicazione e del terzo settore. La valorizzazione professionale dei nostri laureati è una sfida importante».