Il 7 ottobre 1571 il mare di Lepanto, al largo della costa occidentale della Grecia, fu teatro di uno scontro epocale tra due potenti flotte navali: quella cristiana della Lega Santa, composta da navi veneziane, spagnole e genovesi, e quella musulmana dell’Impero ottomano.
La battaglia durò poche ore, ma fu estremamente sanguinosa e determinante per il futuro dell’Europa e del Mediterraneo. La sconfitta inferta ai Turchi bloccò il loro potere sul mare per secoli, addirittura sino ai giorni nostri. A distanza di 450 anni, il convegno di studi tenutosi a Venezia nel 2021 presso la Scuola Grande di San Marco (Polo Museale dell’Ospedale SS. Giovanni e Paolo) per commemorare l’anniversario di quella vittoria europea; nei giorni scorsi è stato presentato il numero monografico a cura di Pierandrea Moro della rivista “Schola” edita da Marcianum Press, dedicato agli atti del convegno del 2021. Un’occasione per approfondire la conoscenza di un evento storico di straordinaria importanza.
Non si tratta di una mera celebrazione del passato, ma di una riflessione sul presente e sul futuro, sui rischi dell’ignoranza e dell’illusione, sottolinea il direttore della rivista Mario Po’: «Spesso il passato non è passato e dobbiamo essere preoccupati perché le rimozioni, le illusioni e la mancanza di realismo possono provocare sorprese spiacevoli».
La battaglia di Lepanto fu uno dei conflitti più importanti della storia europea, un momento di scontro tra culture e religioni, ma anche un’occasione per l’unità e la solidarietà tra i popoli del continente. Come evidenziato nelle relazioni presentate nella giornata di studi: Venezia (prof.ssa Cecilia Gibellini) che profuse il maggior sforzo militare di tutta la compagine cristiana; la Spagna (prof. Andrea Zinato), che fu guida politico-militare e a cui spettò con il Duca d’Austria, Don Juan, fratellastro di re Filippo II, il comando della flotta cristiana; Genova (prof. Emiliano Beri) con il controverso comportamento di Gian Andrea Doria; il Papato (prof.ssa Nicoletta Bazzano), guida spirituale della Lega Santa, che vide in Marcantonio Colonna uno dei maggiori protagonisti della battaglia navale, la Grecia (prof.ssa Katerina B. Korrè), i cui rappresentanti si ritrovarono a combattere sulle galere di entrambi i contendenti; Lecce (prof. Mario Cazzato), caso esemplare di come le testimonianze di Lepanto siano presenti e vive su tutto il nostro territorio nazionale; come il quadro medico/storico della figura di Sebastiano Venier (Punzi, Chia, Pérez Negrete), comandante della flotta veneziana, vero vincitore di Lepanto e futuro doge della Repubblica Serenissima o come la già allora forte presenza della comunità armena a Venezia (prof. Avedis Hadjian), che garantì, grazie all’ingegnoso apporto di uno dei suoi membri, una miglioria tecnologica decisiva per la supremazia delle galere veneziane su quelle ottomane.
Mario Po’ ricorda, inoltre, la centralità della figura di Papa Pio V, che promosse la Lega Santa, mediò più volte tra gli Stati europei coinvolti, chiese l’aiuto alla Vergine Maria pregando davanti a una sua immagine che poi sarà chiamata “Madonna della Vittoria” o Madonna del Rosario.
Innumerevoli i cimeli della battaglia conservati in musei e chiese di Venezia. Nella chiesa di San Nicolò al Lido sono custodite le campane che suonarono in segno di festa per avvertire tutta la città del ritorno vittorioso dei veneziani.
Il convegno si è inserito nel quadro delle iniziative realizzate dal Polo Culturale e Museale della Scuola Grande di San Marco, che ha aderito al comitato promosso dal Comune di Venezia per celebrare i 1600 anni di Venezia: Venezia, 421-2021.
Giuseppe Antonio Valletta
Lepanto, perché il passato non sempre è passato: una rivista rilegge la battaglia del 1571
Share This