Mestre, 30 anni dalla nascita del gruppo The Fragile: la passione per la musica come unica guida
Era il 1992 quando, giovanissimi, si sono esibiti per la prima volta sul palco del patronato di Santa Maria Goretti, parrocchia mestrina di origine di tutti i suoi membri. Oggi a 30 anni di distanza i “The Fragile” continuano a suonare insieme, riproponendo con nuova veste e maturità le storiche canzoni del gruppo, tutte rigorosamente originali e in inglese e di difficile catalogazione in un genere predefinito: folk-rock, country, blues, grunge…
Chi li ha visti nelle esibizioni degli anni ‘90 li ricorda con i cappelli da cowboy e gli stivali texani, frange, anelli e capelli lunghi e per un certo tempo anche le messe della parrocchia avevano un che di country e folk nell’accompagnamento musicale dato che per anni Gabriele Pedrazzi, Stefano Cestaro e Marco Zamengo sono stati anche animatori liturgici.
«Eravamo ventenni – racconta Gabriele Pedrazzi, fondatore del gruppo insieme a Stefano Cestaro, con il quale sono amici dai tempi dell’asilo – la domenica si suonava a messa e poi gli altri giorni nel tempo libero ci dedicavamo a comporre le nostre canzoni, ispirandoci ai modelli d’oltreoceano dell’epoca: il rock-folk, il blues, il country, il grunge. Ci piaceva l’idea di una musica non artificiosa, non costruita, genuina che era incarnata perfettamente nell’immagine della chitarra acustica. Abbiamo costruito un nostro genere, scrivevamo le nostre storie».
Poi sono passati gli anni, il lavoro e la famiglia hanno assottigliato il tempo disponibile da dedicare alla musica, ma sono rimasti i legami di amicizia, diventati tra Gabriele e Marco anche rapporti di parentela (sono cognati, ndr).
E l’idea di riprendere in mano le vecchie canzoni non è mai stata abbandonata.
Oggi ad ascoltarli ai piedi del palco ci sono i loro figli, già grandi: «Fa un certo effetto – continua Gabriele – mia figlia Sara ha 13 anni e ora quando scrivo una nuova canzone gliela faccio sentire: mi piace sapere che ne pensa».
Come molti altri musicisti di quel periodo, i The Fragile hanno portato avanti negli anni la loro passione per la musica come un hobby, dedicando ad essa energie e risorse guadagnate con altre professioni: «Abbiamo sempre fatto musica senza inseguire le logiche del mercato o motivazioni economiche; anzi, di soldi ne abbiamo solo spesi, tra strumenti e impianti vari. Ma è anche stato un privilegio, in fondo, poterci permettere di pensare solo e soltanto alla musica, alla sperimentazione e costruzione e sviluppo dei brani, senza altri scopi: abbiamo mantenuto la genuinità dello spirito iniziale con cui ci si avvicina alla musica, cioè la passione».
Passione che continua a essere condivisa e messa a servizio: Gabriele infatti è tutt’oggi impegnato, nella parrocchia attuale, quella di San Pietro Orseolo, a Mestre, sia nell’animazione liturgica che nella scuola di chitarra: «La passione per la musica deve essere condivisa con gli altri – dice – e poter avvicinare alla musica altre persone è una bella sfida e responsabilità».
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