A Mestre e Venezia c’è un’associazione di nome PassaCinese, nata nel 2014, che si occupa di volontariato ed eventi italo-cinesi ma che soprattutto offre corsi di lingua, ripetizioni per bambini e servizi di traduzione.
Come spiega Marcello Feraco, uno dei fondatori, l’attività è presente dal 2014 grazie a un gruppo di studenti che nel 2017 si è trasformata in associazione di promozione sociale che ha come obiettivo il favorire l’interazione e l’integrazione tra persone italiane e cinesi a Venezia e Mestre, con una particolare attenzione per i più piccoli. «In concreto l’attività principale di volontariato è quella dei doposcuola italo-cinesi in cui si aiutano i bambini a fare i compiti o a studiare le lingue italiane e cinese. Siamo organizzati in modo – spiega Feraco – che se un bambino è cinese il volontario sarà italiano, se il bambino è italiano il volontario sarà cinese. Poi facciamo dei corsi di cinese per italiani e di italiano per cinesi. Inoltre organizziamo degli eventi italo-cinesi tra cui pomeriggi gioco per i più piccoli con giochi da tavolo o giochi di gruppo, serate per gli adulti come aperiCina in cui si fanno aperitivi e cene insieme cercando di bilanciare il numero di persone italiane e cinesi. Poi organizziamo anche attività più grandi aperte a tutti, di solito in concomitanza con il Capodanno cinese, o feste a cui possono partecipare non solo tutti i nostri soci ma anche la cittadinanza facendo laboratori di canto, di cucina cinese e italiana, giochi da tavolo, canti, balli, giochi per i bambini, origami».
L’associazione è nata da un gruppo di universitari di Ca’ Foscari italiani che studiavano cinese e ancor oggi la maggior parte dei volontari sono studenti universitari.
In questo momento vengono seguiti 30 bambini con 25 volontari, di cui 20 universitari e 5 adulti che sono interessati ai corsi di cinese o persone che vogliono dare una mano ai più piccoli. I corsi e le attività si svolgono a Venezia in Campo Saffa vicino alla stazione di Santa Lucia e da inizio anno anche a Mestre, in via Piave 45. «Più precisamente da inizio anno presso la sede di Mestre abbiamo aperto una cooperativa sociale di nome OvEst – aggiunge Feraco – che offre servizi linguistici a pagamento con corsi di italiano e di cinese oppure ripetizioni. I risultati culturali ottenuti fino a oggi sono buoni perché abbiamo aiutato molti ragazzi cinesi che facevano fatica con l’italiano a inserirsi a scuola o nella società a Venezia. In più abbiamo avuto anche un forte impatto sul territorio nel senso che abbiamo fatto emergere le famiglie della comunità cinese che sembra tanto chiusa e che però, nel momento in cui si organizzano delle attività e si sentono valorizzate, partecipano attivamente. Adesso stiamo cercando di riproporre la stessa cosa anche in via Piave, che è la strada del degrado».
Anche questa è una soluzione al problema del degrado e della sicurezza: «È utile riattivare i legami sociali, le attività sociali della zona… e una leva fondamentale è quella delle persone cinesi, visto che per loro via Piave è un punto di riferimento con i market, i luoghi di divertimento, i ristoranti e i bar. E quindi i cinesi sono ben contenti di partecipare anche ad attività ricreative, serate, di vivere il quartiere in modo attivo. Cosa che riesce se si propone loro attività a cui sono interessati e che sono un po’ diverse da quelle degli italiani. Lo spritz non piace ai cinesi ma se si fa il karaoke vengono. O se si aiutano i figli con i compiti vengono volentieri e poi supportano le attività dell’associazione anche economicamente. E’ un modo per dare anche alla comunità cinese un ruolo attivo nella rigenerazione urbana della città».
Il rapporto con i cinesi del territorio comunale nel corso degli anni è cambiato molto perché adesso siamo arrivati alla terza generazione di migranti. Adesso quelli che vanno a scuola sono i figli dei figli dei cinesi che sono arrivati qui a Venezia e quindi sono bambini che sono nati e cresciuti qui (in aggiunta ai genitori che sono cresciuti qui da quando avevano 12-14 anni) e quindi hanno una mentalità diversa.
Hanno la propensione al sacrificio e al lavoro dei genitori ma comprendono meglio la società riuscendo ad aprire attività economiche diverse rispetto ai soliti bar e ristoranti. Si pensi alla prima pasticceria cinese a Mestre o ai karaoke. «Ma non è un processo spontaneo dato che bisogna supportarli perché, se nell’età scolastica si danno loro gli strumenti per mettersi in gioco e avere un livello simile a quello dei loro compagni, poi si hanno dei bei risultati di adulti integrati che riescono a dialogare con gli italiani».
Da poco l’associazione PassaCinese ha partecipato a un progetto di crowdfunding raccogliendo sul territorio 5 mila euro, poi raddoppiati dal Comune, legato alle attività in essere ma il cui intento è di ampliare il lasso temporale in cui i servizi sono garantiti: c’è l’intenzione di fornire per tutto il 2023 per due volte alla settimana il doposcuola italo-cinese; in più si organizzerà un corso di italiano e un corso di cinese per i bambini, entrambi gratuiti.
Marco Monaco
Cinesi a Mestre, siamo alla terza generazione: aumenta l’integrazione
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