Buona annata per le mele, anche nel veneziano, ma negli esiti delle raccolte estive il costo dei rincari è stato scaricato sui produttori con prezzi di liquidazione al di sotto delle spese per la produzione. E se la siccità non ha fatto danni, la cimice asiatica si è fatta sentire anche quest’anno, durante l’estate, anche se in modo contenuto e soltanto per alcune specifiche varietà di mele.
“La raccolta autunnale delle mele della varietà Grenny e Fuji è andata bene con pezzature buone e grado zuccherino soddisfacente, nonostante la siccità nei mesi estivi», spiega Stefano Musola, presidente sezione frutticoltura di Confagricoltura Venezia. «Per quanto riguarda la raccolta della varietà Pink Lady, ancora in corso, abbiamo qualche problema: infatti le temperature calde di un ottobre praticamente estivo non hanno dato quello sbalzo termico tra la notte ed il giorno che favorisce la colorazione. Durante l’estate invece si sono si sono verificati limitati danni da cimice asiatica che ha colpito, anche se in modo non grave, alcune specifiche varietà più sensibili come la Grenny e la Fuji».
Preoccupazione invece soprattutto per i prezzi di liquidazione. «Al momento i prezzi sembrano molto bassi rispetto al prezzo finale di vendita all’ingrosso e al dettaglio», sottolinea Musola. «La sensazione è che i rincari per i costi energetici, registrati nelle varie fase di lavorazione della filiera, vengano scaricati sui produttori: in questo modo le spese di produzione superano gli introiti, rischiando di mettere in difficoltà le aziende che producono frutta».
Si registra inoltre una grave incertezza del mercato. «A quanto pare alcuni commercianti stanno cercando di limitare il più possibile spese di energia elettrica per i frigoriferi e carburante per trasporti, perciò comprano meno merce rispetto al consueto – aggiunge Francesca Aldegheri, responsabile frutticoltura Confagricoltura Veneto. – La conseguenza è che diminuisce la vendita complessiva del prodotto, oltre che avvenire comunque a prezzi poco soddisfacenti”.
Nel 2021 Venezia è stata al terzo posto in Veneto, dopo Rovigo e Padova, per la produzione di mele, con una superficie coltivata di 15.564 ettari e 1.117.325 quintali di produzione totale.
La situazione è perciò difficile per molte aziende agricole, eccetto per il settore della viticoltura. «In questa situazione di crisi, se vogliamo mantenere la situazione primaria in Italia, è necessario ridiscutere la ripartizione del valore nella filiera tra produttori agricoli, imprese del settore della trasformazione e grande distribuzione» conclude Marco Aurelio Pasti, presidente di Confagricoltura Venezia. «Solo un confronto aperto può permettere di trovare il giusto equilibrio per affrontare le emergenze, senza scaricare la maggior parte dei costi sul primo anello della filiera, che è il più debole, anche perché polverizzato».