“Vedere le sedie volare in Reparto – dice la dottoressa Cavicchioli, Primario di Pediatria – e vedere i vetri rotti, e sentire le urla, è stato pesante. E però siamo purtroppo abituati a gestire molte situazioni simili, di disagio, di aggressione ingiustificata a chi sta svolgendo la propria funzione”: è questo il commento che viene dalla Pediatria dell’Ospedale dell’Angelo, dove nel fine settimana una donna ha dato in escandescenze, ha minacciato e insultato il personale in servizio, ha provocato ingenti danni, per finire fermata sul posto e trasferita via dalle Forze dell’Ordine.
La donna in questione è giunta in Pediatria chiamata dal personale stesso: “Ci eravamo trovati ad accogliere in Reparto un minore spaventato – spiega la dottoressa Cavicchioli – che aveva abbandonato la casa per motivi su cui le Forze dell’Ordine stanno indagando. Mentre fornivamo a questo piccolo paziente la necessaria assistenza, abbiamo avvisato la famiglia. E la mamma, purtroppo, si è presentata in Pediatria in condizioni non adeguate al suo ruolo di genitore: da questo suo stato sono nate le pretese, i tentativi di calmarla, le aggressioni verbali, i gravi gesti e i danneggiamenti, che hanno condotto all’arresto della donna”.
“Le Forze dell’Ordine stanno verificando ogni aspetto della vicenda – sottolinea la dottoressa Cavicchioli – per fare chiarezza su quanto avvenuto in Pediatria e su quanto avvenuto in precedenza, nel nucleo familiare: la tutela del minore coinvolto è la prima grande priorità. Resta il fatto che anche la Pediatria, in cui episodi di aggressione verbale sono sempre più frequenti, paga lo scotto di una tensione e di un disagio diffusi: come Reparto, non solo ci troviamo ad accogliere un numero sempre più alto di accessi al nostro Pronto Soccorso pediatrico, spesso inappropriati; ma in più, specie nei fine settimana, ci facciamo carico, e portiamo le conseguenze, del disagio sociale che si registra nel territorio, aggravato dalle difficoltà di questi mesi, dall’estate, dal caldo”.
Le Direzioni dell’Ospedale e dell’Ulss 3 Serenissima stigmatizzano quanto avvenuto: “Sappiamo che gli operatori della Pediatria – sottolinea il Direttore Generale Contato – hanno gestito la situazione e l’aggressione nel modo più professionale possibile. Siamo loro vicini, per il carico di ulteriore pressione che fatti come questi possono provocare in chi lavora con professionalità e disponibilità. Sappiamo anche che hanno seguito il caso di questo minore con un affetto e una dedizione umana che va ben al di là del dovere di medici e di infermieri. Va detto però a chiare lettere, anche in risposta a chi in Ospedale e in Pronto Soccorso pretende e si lamenta, che questo è quanto i nostri operatori si trovano ad affrontare nella realtà: problemi ed episodi che pesano come macigni sul lavoro che si vorrebbe svolgere, punte dell’iceberg dell’esasperazione diffusa di troppe persone che, senza giustificazione alcuna, trovano poi nei servizi sanitari una valvola di sfogo, provocando danni che vanno ben al di là di quelli materiali”.