La vicinanza del Patriarca Francesco nel momento in cui la giustizia opera il suo compito e nelle persone la ferita si riapre: è il senso della lettera che il Patriarca indirizza a Luciana Milani Solesin, mamma di Valeria, la giovane veneziana morta nell’attentato del 13 novembre 2015 a Parigi.
Il tribunale francese ha emesso l’altro giorno la sentenza con cui ha condannato 19 imputati, tra cui l’unico sopravvissuto del commando jihadista che quella notte causò 130 morti e 350 feriti.
La tragedia ha scosso l’Europa e anche Venezia, città dell’unica vittima italiana. E in questi anni mons. Moraglia ha mantenuto un rapporto continuo con la famiglia Solesin, in particolare con la mamma Luciana, cui nell’occasione ha voluto indirizzare questo scritto.
«Gentile Signora Luciana, desidero confermarLe la mia vicinanza in queste ore in cui si è concluso il processo a Parigi per il tragico attentato al Bataclan in cui ha perso la vita anche sua figlia Valeria.
Ho ascoltato con attenzione le Sue lucide parole; immagino tutto questo sia la riapertura di una ferita intima e profonda, mai pienamente rimarginata.
La giustizia umana ha fatto così il suo corso e questo è certamente importante per i riflessi anche di carattere culturale e sociale che ciò comporta.
Rimane indelebile la tristezza: nessun verdetto umano potrà restituire a Lei e a noi il bel sorriso della Sua carissima Valeria.
Nell’assicurare il mio ricordo nella preghiera rivolgo a Lei, a Suo marito e a Suo figlio un cordiale saluto».
Francesco Moraglia
Patriarca