Quota 20mila è a un passo: sono 19.950 i soci della Banca di credito cooperativo Pordenonese e Monsile. Cioè 350 in più di inizio anno, 1300 in più rispetto alla fine del 2020.
Così l’istituto di credito è diventato il primo nel Triveneto per numero di soci e continua la sua espansione. È soprattutto il segno – sottolinea la sua dirigenza, presentando sabato 30 aprile i dati dell’anno trascorso – del radicamento nel territorio.
La Bcc Pordenonese e Monsile, che registra circa metà della sua attività in provincia di Pordenone e più di un terzo nel Trevigiano, si sta però espandendo anche in provincia di Venezia. Incorporata da tempo la Banca del Veneziano, che aveva sede a Malcontenta, punta oggi però soprattutto all’area del Litorale e al sostegno all’economia del turismo: «È molto interessante in termini di sviluppo», sottolineano il presidente Antonio Zamberlan e il direttore generale Gianfranco Pilosio, che guardano soprattutto all’area di Jesolo e a quella di Cavallino-Treporti dove, di recente, è stata aperta una filiale.
«Se gli impieghi di tutta la banca – esemplifica Pilosio – hanno segnato un +5.5% nel corso del 2021, la percentuale di crescita è doppia, arriva cioè all’11%, nella sola provincia di Venezia».
Più in generale, la banca ha chiuso il 2021 con un utile netto a 9,3 milioni di euro, in lieve crescita; ma pressoché tutti i parametri registrano il segno positivo. Segno di un anno da poco terminato che è stato caratterizzato dalla ripresa economica, ma anche di una precisa direzione di sviluppo dell’istituto bancario. La raccolta diretta, per esempio, cresce del 13%, passando da circa 2,3 a circa 2,6 miliardi di euro.
58 filiali, circa 400 dipendenti, la Banca di credito cooperativo Pordenonese e Monsile registra anche un importante efficientamento, con conseguente riduzione dei costi, legata al personale: «Per via delle fusioni – rimarca il presidente Zamberlan – non sono stati sostituiti i dipendenti che vanno in pensione. Questo ha prodotto una riduzione di 28 milioni di spesa per il personale e la relativa copertura dei costi garantita dal margine dei servizi offerti». (G.M.)