Si inaugura domenica 24 aprile l’antico organo, costruito nel 1928 da Vincenzo Mascioni, proveniente dalla Basilica dei Frari a Venezia e donato alla chiesa di Santa Maria Ausiliatrice di piazza Trieste. L’appuntamento è alle ore 10.30 con la messa accompagnata dal rito di benedizione (per l’occasione a suonare l’organo sarà lo jesolano Andrea Bozzato, allievo del Conservatorio di Venezia che in queste settimane sta seguendo gli ultimi lavori) mentre alle 16 ci sarà il concerto di inaugurazione eseguito dal maestro Alessandro Bianchi. «È uno degli organi più grandi e importanti di Venezia. Il fatto che abbia trovato una nuova collocazione nella nostra città rappresenta un motivo di orgoglio per tutti, ringraziamo chi ha sostenuto l’intero progetto», commenta il parroco mons. Lucio Cilia.
Commissionato dalla contessa Giulia Persico Della Chiesa, all’epoca inaugurato dal maestro Oreste Ravanello, l’organo a 2200 canne si trovava dietro la pala di Santa Maria Assunta del Tiziano (addirittura avvitato ad essa) e nel 2018 è stato smontato per permettere il restauro dell’opera. In questa occasione la Soprintendenza ha ritenuto opportuno non procedere più al rimontaggio dell’organo nella stessa posizione perché le vibrazioni delle canne avrebbero potuto danneggiare nuovamente la pala. Ed è per questo che le due parrocchie hanno raggiunto un accordo per la cessione gratuita dell’organo, tenendo conto che la parrocchia dei Frari ha già due organi in funzione, entrambi più grandi di questo, mentre la parrocchia jesolana si è ovviamente fatta carico del restauro dello strumento.
I lavori di restauro, presso lo stabilimento della storica ditta Zanin di Codroipo, sono durati per tutto il 2021, mentre nei primi mesi di quest’anno l’organo è stato montato nella chiesa di piazza Trieste. L’organo è stato riadattato alla nuova realtà e diviso in due parti: una parte nella Cappella di Sant’Antonio e l’altra in quella di Santa Maria Ausiliatrice, permettendo in questo modo di rispondere alla tradizione acustica veneziana del doppio coro. Durante il restauro è stato rifatto interamente il blocco elettrico, centraline comprese. La consolle in legno di noce scuro è stata posizionata al centro ed è collegata alle due parti con dei cavi in fibra. L’organo ha conservato i mantici, i somieri e i suoi originali tasti in osso ed ebano.
Oltre ad accompagnare le celebrazioni liturgiche, questo strumento permetterà l’esecuzione di concerti con un repertorio classico e attualmente sono in fase di definizione sette concerti che si svolgeranno durante l’estate. Da registrare che negli ultimi mesi, anche per questi motivi, è stato rifatto il controsoffitto della chiesa in modo da ottimizzare l’acustica e contenere la dispersione del calore.
Giuseppe Babbo